Stando alle dichiarazioni rese nei giorni scorsi da Marianna Madia, ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, a sei anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo n. 150/2009 (meglio noto come "Decreto Brunetta"), starebbe per essere emanato un decreto ministeriale contenente la tabella di equiparazione tra i “livelli di inquadramento” attualmente in vigore negli attuali dodici comparti di contrattazione.
Tale tabella era stata prevista dall’art. 29-bis del predetto decreto legislativo, al fine di agevolare la mobilità di personale tra enti appartenenti a differenti comparti.
Si tratta di un lavoro di non poco conto, che v’è da ritenere si comporrà di numerose tabelle, atteso che bisognerà rendere omogenei “livelli di inquadramento” assai diversi tra loro, come nel caso, ad esempio, del comparto degli enti di ricerca dove – come noto – sopravvivono i profili professionali su più livelli, mentre negli altri comparti da anni il personale è inquadrato per categorie e posizione economica.
Ma le differenze stipendiali tra livelli identici si riscontrano addirittura all’interno dello stesso comparto, per effetto del salario accessorio, che comprende anche una quota consistente di retribuzione fissa e continuativa, quale è l’indennità di ente annuale.
Una vera babele che vedremo come il pubblicando decreto riuscirà, se riuscirà, a superare.
A ciò si aggiunga che il lavoro della Funzione Pubblica potrebbe rivelarsi una fatica di Sisifo, dal momento che, sempre per effetto del suddetto decreto legislativo (art. 40, comma 2), i comparti di contrattazione - sempre dal 2009 - attendono di essere ridotti da dodici a quattro, con la conseguenza che, una volta effettuati gli accorpamenti, sarà necessario predisporre una nuova maxi tabella di equiparazione.
Quella che ora sta per vedere la luce sembra, comunque, destinata a trovare urgente applicazione per il personale delle “disciolte” province, che dovrà essere riallocato all’interno della pubblica amministrazione.