Tornate all’antico e sarà il progresso, affermava Giuseppe Verdi più di un secolo e mezzo fa. Ora l’invito dell’illustre compositore starebbe per far presa sul governo Renzi che, dopo le dimissioni di Maurizio Lupi dal vertice del ministero delle infrastrutture, a breve dovrà ricoprire la casella ministeriale.
E proprio in quell’occasione, stando agli insistenti rumors di Palazzo, dovrebbe consumarsi uno sdoppiamento di quello che è oggi il Miur, con la conseguente soppressione dello stesso e creazione di due dicasteri: quello dell’Istruzione e quello dell’Università e Ricerca.
In pratica, ci sarebbe un ritorno al passato, per la precisione al 2006, quando col premier Prodi il Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) venne affidato a Fabio Mussi.
Se l'operazione dovesse andare in porto, il Mur si troverebbe a gestire nei prossimi mesi la nomina di dieci presidenti di enti ricerca, tra i quali il Cnr, e di una trentina di consiglieri di amministrazione,
La nuova poltrona ministeriale potrebbe essere assegnata a Gaetano Quagliariello, del Nuovo centro destra, lo stesso partito dell’ex ministro Lupi. All’Istruzione troverebbe conferma Stefania Giannini mentre alle Infrastrutture potrebbe approdare Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione.