Docenti e ricercatori universitari proprio non ci stanno ad accettare il provvedimento del governo, inserito nella legge di stabilità, già approvata dal Senato e ora all’esame della Camera, che “sblocca” dal prossimo 1° gennaio le procedure - congelate dal 2011 - per ottenere gli scatti stipendiali, senza però alcun riconoscimento giuridico per il pregresso.
Nei giorni scorsi, il coordinamento dei docenti, che da molti mesi è impegnato per ottenere non solo lo sblocco economico dal 1° gennaio 2015 ma anche quello giuridico dal 2011, ha diffuso un comunicato.
“La discriminazione – scrive il coordinamento – è lampante rispetto ad altri dipendenti (ricercatori e tecnologi degli enti di ricerca, ndr) per i quali il blocco economico è cessato fin dal 1° gennaio 2015, con riconoscimento però degli effetti giuridici per il periodo 2011-2014”.
Fra le azioni messe in atto finora, che hanno interessato 82 Atenei e coinvolto circa 20mila docenti, il coordinamento ricorda la lettera, sottoscritta da oltre 14mila tra ordinari, associati e ricercatori, inviata al Presidente della Repubblica e lo “slittamento temporaneo dell’esercizio di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR 2011-14, promossa dal Miur), fino non a quando non ci sarà la valutazione del personale docente ai fini dell’ottenimento dell’avanzamento di classe o scatto”.