Lo schema di decreto legislativo recante semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca, trasmesso a fine agosto scorso dal Governo alle Camere per i prescritti pareri, è stato esaminato nei giorni scorsi dalla conferenza dei presidenti degli Enti di ricerca.
L’impianto del provvedimento, uscito fortemente ridimensionato dopo l’esame da parte del Mef, sembra aver soddisfatto il consesso degli Epr, che non ha mancato, però, di chiedere qualche miglioramento, che difficilmente potrà essere accolto.
Accantonata la possibilità di mettere mano allo stato giuridico di ricercatori e tecnologi che, secondo il Mef, non rientrava nella delega rilasciata dal Parlamento al Governo, i presidenti degli Epr hanno sollecitato la reintroduzione nel testo finale del d.lgs dell’esenzione Irap per il personale di ricerca a tempo determinato e quella sull’Iva per le attrezzature di ricerca e, soprattutto, l’aumento del finanziamento ordinario, dopo i corposi tagli degli ultimi anni, compresa la quota del fondo premiale.
Senza il richiesto aumento delle risorse, la stragrande maggioranza degli enti sarebbe impossibilitata sine die ad effettuare assunzioni e ciò in quanto le spese per il personale superano l’80% del finanziamento annuo a carico dello Stato, tetto oltre il quale scatta il blocco assunzionale.
Tra le altre richieste, da segnalare l’abolizione del vincolo del 30% - previsto sempre dallo schema di decreto - per il personale tecnico e amministrativo.
Vedremo se il documento dei presidenti degli Epr verrà concretamente preso in considerazione dal Parlamento e dal Governo o se resterà lettera morta.