Lo scorso 23 dicembre, all’Aran è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori del comparto Funzioni centrali (Ministeri, Agenzie, Inps, Inail et similia) per il triennio 2016-2018. I titoli dei giornali si sono sprecati nel dare risalto dell’importo degli incrementi stipendiali che sarebbero andati da un minimo di 63 euro mensili (per il livello più basso) a un massimo di 117 (il livello apicale di Ispettore generale).
Quasi mai, però, si è precisato che tali importi sono al lordo delle ritenute, per cui gli incrementi netti andranno da un minimo di circa 45 euro mensili a un massimo di 80 euro, e decorreranno solo a far data dal 1° gennaio 2018.
Per il 2016, invece, la busta paga dei lavoratori avrà aumenti netti mensili pari a circa 4,5 euro, per il livello più basso, e a circa 8 per quello più elevato. Per il 2017, gli incrementi mensili netti andranno da un minimo di circa 14 euro a un massimo di 28 euro, entrambi comprensivi degli aumenti 2016.
In sostanza, gli aumenti stipendiali, se tali si possono definire, andranno da pochi centesimi al giorno per il 2016, a meno di un euro pro die per il 2017 e, da un minimo di un euro e mezzo ad un massimo di due euro e mezzo, per il 2018.
Si può dire che il personale del comparto Funzioni centrali ogni mattina avrà (dal 2018) caffè e cornetto pagato. Ma non si tratta di un “privilegio” esclusivo perché il governo si appresta a riservare analogo trattamento ai lavoratori di tutti gli altri comparti, compreso Istruzione, Università e Ricerca.