Invitata a tenere un incontro di orientamento alle discipline STEM nelle classi quinte di una scuola primaria di Moncalieri, ho raccontato “l’avventuroso viaggio delle donne nella scienza”.
Ho ricordato che molte se ne sono occupate fin dall’antichità, ma sono state a lungo delle eccezioni perché, fino alla metà dell’Ottocento, gli studi superiori erano riservati esclusivamente agli uomini.
Nonostante questa discriminazione, le donne, ovunque è stato loro possibile, si sono sempre occupate di scienza, superando ostacoli, ingiustizie e ottenendo grandi risultati.
Dopo un’ora di attenzione straordinaria al racconto, accompagnato da tante immagini, è iniziata la discussione con le classi.
Le domande e i chiarimenti che mi hanno richiesto bambini e bambine sono stati di grande sensibilità e profondità. Eccone alcune:
Perchè non è stato tolto il Nobel a Watson quando ha confessato, nel suo libro “La doppia elica” del 1968, di aver rubato a Rosalind Franklin la foto che forniva le basi sperimentali della forma a doppia elica del DNA?
Perchè Rosalind l’ha tenuta per troppo tempo nel cassetto e non ha avuto il coraggio di realizzarla per prima?
Come e da chi sono state scoperte le donne di scienza se la loro presenza è stata per secoli ignorata dagli storici?
Hedy Lamarr, ebrea di origini viennesi, è stata internata nei campi di concentramento?
Come funziona esattamente il suo “Sistema segreto di comunicazione” e perchè è stato scelto tra tanti, a metà degli anni Ottanta, come base della telefonia cellulare, del Wi-fi, Bluetooth e Gps?
Ho risposto, precisato, arricchito il racconto di nuovi aneddoti e informazioni. Poi sono arrivate le ore 16.15 e ci siamo dovuti salutare, ma affettuosamente con la promessa di mantenere i contatti.
Grazie ragazze e ragazzi, questo incontro mi ha commossa e mi fa sperare nella saggezza di una nuova generazione che ha il futuro nelle mani.
Le risposte in “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, Milano 2020.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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