Settantasette anni fa gli angloamericani sbarcarono in Normandia. Cinque furono le spiagge in cui si riversarono con nomi in codice: Juno, Gold, Sword, Utah e Omaha. Le prime tre furono quelle assegnate agli anglocanadesi, le altre due agli americani. A Omaha beach per i giovani soldati statunitensi la prova fu particolarmente difficile e sanguinosa; “Mattatoio Omaha” la chiamarono nelle ore in cui furono inchiodati dal tiro delle mitragliatrici tedesche prima di sfondare verso l’interno.
Era il “D Day” dell’operazione “Overlord”, i nomi in codice che segnavano l’apertura da parte degli Alleati del secondo fronte e l’assalto alla fortezza Europa tenuta ancora saldamente ad occidente dai nazifascisti. I sovietici, che fino allora avevano sopportato sul terreno il peso più grande della guerra al nazifascismo contando già milioni di morti e distruzioni immani, avevano reclamato a gran voce l’apertura di quel fronte, non sembrandogli quello che era già aperto dagli angloamericani in Italia – Roma era caduta due giorni prima del grande sbarco – adeguato a distruggere in tempi celeri la potenza tedesca. Roosevelt e Stalin erano pienamente d’accordo su questo, meno lo fu Churchill.
Hitler si trovò così a combattere su due fronti. Cosa che i comandi germanici e lui stesso avevano cercato di rifuggire, memori delle vicende della Prima guerra mondiale.
Nella seconda guerra mondiale molta gente ha combattuto per distruggere il nazifascismo. Tantissimi i giovani - anche dei paesi colonizzati da Francia e Gran Bretagna o i neri americani vittime della discriminazione razziale - arruolati negli eserciti regolari alleati e tanti i partigiani e le partigiane in quelli irregolari e senza divisa. E poi i moltissimi civili che in vari modi hanno dato vita alla Resistenza nei paesi europei occupati dai nazisti.
Resistenza, per inciso, fu anche quella del popolo britannico che seppe da solo per oltre un anno fronteggiare Hitler e Mussolini e non farsi piegare dai bombardamenti a tappeto della Luftwaffe su Londra e le città industriali. E Resistenza fu anche quella degli operai americani, uomini e donne, che lavorarono senza sosta per produrre armi di ogni tipo per fronteggiare il militarismo giapponese in Oriente e il nazifascismo in Europa.
Un posto di rilievo tra tutti costoro hanno anche quei ragazzi britannici, canadesi, americani e francesi che il 6 giugno del 1944 immolarono la loro giovane vita sulle spiagge della Normandia per venire a distruggere il nazifascismo in nome della libertà.
Ricordiamocene e ricordiamoli.
Aldo Pirone
Coautore del libro "Roma ‘43-44 L’alba della resistenza"
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