Spero che sua storia non si ripeta, oggi che il Pakistan ha appoggiato il ritorno dei talebani alla guida dell’Afghanistan. Il 9 ottobre del 2012, Malala, la giovane attivista pakistana, nata a Mingora nel 1997, venne ferita gravemente da uomini armati, a Peshawar.
Dopo ripetute minacce, finita la scuola, mentre era sul vecchio bus che la riportava a casa, un uomo le sparò colpendola in pieno volto: Malala aveva appena 15 anni, ma per i talebani era colpevole di aver gridato al mondo il suo desiderio di leggere e studiare.
Aveva infatti solo undici anni quando cominciò a scrivere della vita sotto i talebani su un blog in urdu della Bbc e, nel 2011, come riconoscimento per il suo coraggio e il suo impegno in favore dei diritti delle donne, aveva ricevuto il “Pakistan's National Youth Peace Price”, diventando il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere.
Nel 2014, le è stato assegnato il Nobel per la Pace: “Nonostante la sua giovane età Malala Yousafzay ha già combattuto diversi anni per il diritto delle bambine all'istruzione ed ha mostrato con l'esempio che anche bambini e giovani possono contribuire a cambiare la loro situazione. Cosa che ha fatto nelle circostanze più pericolose. Attraverso la sua lotta eroica è diventata una portavoce importante del diritto delle bambine all'istruzione".
Nel 2020, Malala si è laureata all'Università di Oxford, in Philosophy, Politics, and Economics.
Mi aspetto che la giovane faccia sentire la sua voce autorevole sulle vicende di questi giorni e in difesa delle scuole aperte alle bambine, negli scorsi anni, in Afghanistan.
Per approfondire sull’istruzione femminile: Sara Sesti, Liliana Moro “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, Milano 2020.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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