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Martedì, 18 Feb 2025

Inps sede ID6973Dal 1° agosto 2023 i dipendenti pubblici con almeno 62 anni d’età e 41 di contributi versati, possono uscire anticipatamente dal lavoro. E’ la cosiddetta Quota 103, che tanto ha fatto discutere, in quanto riguarda solo una platea ridotta di lavoratori ed è considerata un palliativo a una seria riforma del sistema pensionistico, che il Governo di turno da anni continua a posticipare.

Per chi, avendo maturato i requisiti di Quota 103, decide di continuare a lavorare, è stato previsto un incentivo, che consiste nella monetizzazione in busta paga dei contributi previdenziali a carico del lavoratore (il 9,19% della retribuzione).

 E’ quanto prevede l’articolo 1, comma 286 della Legge di Bilancio 2023: “i lavoratori dipendenti che abbiano maturato i requisiti minimi previsti dalle disposizioni di cui al comma 283 per l'accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile possono rinunciare all'accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico relativi all'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima. In conseguenza dell'esercizio della predetta facoltà viene meno ogni obbligo di versamento contributivo da parte del datore di lavoro a tali forme assicurative della quota a carico del lavoratore, a decorrere dalla prima scadenza utile per il pensionamento prevista dalla normativa vigente e successiva alla data dell'esercizio della predetta facoltà. Con la medesima decorrenza, la somma corrispondente alla quota di contribuzione a carico del lavoratore che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all'ente previdenziale, qualora non fosse stata esercitata la predetta facoltà, è corrisposta interamente al lavoratore”.

Sulla Gazzetta Ufficiale del 12 maggio è stato pubblicato il decreto attuativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Non tutti sono a conoscenza di questa possibilità, perché solo da qualche giorno l’Inps, con un messaggio poco pubblicizzato, ha reso note le modalità per fruirne, anche se il percorso è abbastanza tortuoso.

Chi intende avvalersi dell’incentivo deve accedere, tramite Spid, alla propria area riservata in MyInps, cercare il servizio ‘Domanda pensione’, accedere all’area tematica ‘Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci’, scegliere ‘Nuova prestazione pensionistica’, selezionare il gruppo Certificazioni e una volta completata la scheda anagrafica, optare per il Sottogruppo ‘Verifica delle condizioni di accesso’ e per il Tipo ‘Incentivo al posticipo del pensionamento (Legge di Bilancio 2023)’. Inviata la domanda, l’Inps accerterà la sussistenza dei requisiti e contatterà il datore di lavoro il quale sospenderà il versamento dei contributi previdenziali e accrediterà in busta paga al lavoratore la maggiore somma spettante.

Attenzione, però, non è tutto oro quello che luccica.

L’aumento in busta paga è lordo ed è assoggettato all’aliquota marginale Irpef e alle addizionali. Non solo, a fronte di un aumento immediato della propria retribuzione si rinuncia a una fetta (seppur minima) di pensione domani, perché si interrompono tutti i versamenti previdenziali.

In termini finanziari, considerando anche l’attuale livello di inflazione, la convenienza a usufruire dell’incentivo c’è in ogni caso. La scelta è tuttavia soggettiva, tra chi preferisce avere qualcosa in più in tasca oggi e chi, invece, propende per un accantonamento maggiore negli anni della vecchiaia.

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