Il prestigioso premio per l’economia, assegnato lunedì 9 ottobre 2023, non era previsto dal testamento di Alfred Nobel. È stato istituito nel 1969 dalla Banca di Svezia, con uno speciale fondo di dotazione per il conferimento del Nobel, in memoria del chimico, imprenditore e filantropo svedese, inventore della dinamite.
Quest’anno il Nobel ha premiato l’economista Claudia Goldin (in alto nell’immagine). Sono diventate così tre le studiose che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento.
La prima è stata Elinor Awan-Ostrom (1933 - 2012), politologa statunitense, che l’ha ricevuto nel 2009 per aver dimostrato che è possibile una gestione collettiva ed efficiente delle risorse comuni: che esiste una terza via tra stato e mercato, tra pubblico e privato, categorie economiche che sono delle pure metafore e non si verificano nel concreto.
A Esther Duflo (1972) il Nobel è stato assegnato nel 2019 per l’approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale. Il metodo che la studiosa ha applicato all’economia è lo stesso che si usa in medicina nei cosiddetti studi di trattamento e controllo dei farmaci e ha portato a interventi efficaci che spaziano dal microcredito in Etiopia, alla lotta alla corruzione in India, all’offerta di vouchers per l’uso di contraccettivi in Zambia, alle campagne di sensibilizzazione per il risparmio delle risorse idriche negli Stati Uniti.
Claudia Goldin (1946) ha meritato il Nobel 2023 per i suoi studi sulle donne nel mercato del lavoro. L’Accademia ha voluto premiare il suo lavoro storico sulla ricerca di carriera e famiglia da parte delle donne, la coeducazione nell’istruzione superiore, l’impatto della pillola anticoncezionale sulla carriera delle donne e sulle decisioni matrimoniali, i cognomi delle donne dopo il matrimonio come indicatore sociale, le ragioni per cui le donne rappresentano ora la maggioranza degli studenti universitari e il nuovo ciclo di vita dell’occupazione; infine, sulle ragioni del persistente divario di genere nei guadagni, in un mercato del lavoro che lei ha definito “avido” perché uccide il merito, non tenendo conto di cause ed effetti.
Per saperne di più: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, Milano 2023.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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