“Ho scritto il libro Affective Computing nel 1997, per far capire che era importante per il futuro dell'interazione intelligente tra esseri umani e computer. La maggioranza dei colleghi mi chiedeva: perchè? È solo "rumore"…”.
Ingegnera e ricercatrice del MIT di Boston, Rosalind Pickard (1962) ha ricevuto nel 2022 il Premio Internazionale “Lombardia è Ricerca”, per i suoi studi che hanno aperto la strada all’affective computing, l’analisi e lo sviluppo di software in grado di rilevare le emozioni umane e di interagire di conseguenza.
Il suo lavoro si è concentrato infatti sulle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale per decifrare lo stato fisico ed emotivo delle persone, attraverso l’utilizzo dei dati raccolti da sensori posti in dispositivi indossabili quali smartwatch e bracciali, per raccogliere in modo continuo e comodo dati fisiologici nelle attività quotidiane.
Tramite questi dispositivi, che utilizzano espressioni facciali e vocali, il gruppo di ricerca di Rosalind Picard ha sviluppato progetti per lo studio di emozioni, dell’epilessia, dello stress, del sonno, delle dipendenze, del morbo di Alzheimer, dell’autismo e del dolore.
Con Rana el Kaliouby, nel 2016, Rosalind ha fondato e diretto l'Affective Computing Research Group” del Massachusetts Institute of Technology (MIT) Media Lab, che ha studiato i dati fisiologici in grado di rilevare la gravità di un attacco epilettico, di prevedere la depressione e che ricerca la possibilità di far reagire robot e computer alle emozioni umane in modo “intelligente”, ad esempio per interagire con persone autistiche o con disturbi socio-relazionali. L’azienda è stata acquisita nel 2021 da Smart Eye.
Con Matteo Lai, Simone Tognetti, Maurizio Garbarino, è cofondatrice, ricercatrice e presidente di “Empatica”, una società che, dal 2013, crea sensori indossabili per migliorare la salute e il benessere.
Rosalind Picard è anche professoressa del MIT, fornisce consulenze alle aziende sulla strategia tecnologica e, grazie alle sue idee e alle sue invenzioni, i ricercatori del mondo intero stanno avviando diversi progetti con lo scopo di far progredire le scoperte nel campo delle emozioni e dello stress.
“Quando ho iniziato le mie ricerche, non volevo occuparmi di emozioni in quanto donna e ingegnera che desiderava essere presa sul serio, ma i miei studi non facevano che portarmi ad esse. Allora l'IA si era arenata, non era flessibile né piacevole nell'interazione e le persone mostravano rabbia verso i loro stupidi computer. Quindi ho pensato: se sono intelligenti, devono poter leggere i nostri segnali. È stato l'inizio dell'Affective computing.”
Per approfondire sulle donne dell’IA: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni 2023.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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