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Mercoledì, 03 Lug 2024

La mappatura del cielo di fine Ottocento fu possibile grazie ai miglioramenti della tecnica fotografica e all’uso delle lastre ad emulsione in gelatina, che rivoluzionarono il processo di realizzazione delle carte celesti. La classificazione delle stelle, oggi facilitata dai calcolatori, fu portata a termine da équipe di solo donne, impegnate a misurare e calcolare le distanze tra le stelle, con pazienza, minuziosità, impegno e tenacia. Qualità che venivano considerate “femminili per natura”.

A Parigi fu realizzata la "Carte du ciel" con l'aiuto delle Suore della Specola vaticana. In America, invece, fu realizzato il "Catalogo fotometrico di Harvard", dedicato all’astronomo dilettante Henry Draper e finanziato dalla sua vedova.

L’osservatorio astronomico di Harvard era diretto dal prof. Pickering che assunse per la mappatura del cielo solo giovani donne con la mansione di “calcolatrici” delle coordinate stellari, ricavate dalle lastre fotografiche scattate da astronomi professionisti.

Le chiamavano con ironia “Harem di Pickering”. Tra di loro c’erano studiose esperte di matematica e di astronomia come Antonia Maury e Williamina Fleming, ma anche dilettanti, mogli, sorelle e figlie dei professionisti impegnati nell’osservatorio.

Attraverso l’“universo di vetro” che avevano a disposizione, formato da circa mezzo milione di lastre fotografiche su cui erano impresse le immagini delle stelle, queste studiose fecero scoperte straordinarie, dimostrando di non essere semplici “calcolatrici”.

Intuirono la verità sulla composizione chimica dei cieli, e definirono una scala per misurare le distanze nello spazio. Annie Jump Cannon sviluppò un sistema di classificazione che fu accettato a livello internazionale e che è ancora in uso.

Quando hanno letto i nomi dei membri della 'Commissione per la classificazione degli spettri stellari' mi sono assai meravigliata di scoprire che ero l’unica donna”, scriveva quest’ultima che aveva studiato per anni gli spettri stellari e fu la sola a parlarne per tutto il tempo dell’incontro.

Il “Catalogo Draper” fu pubblicato la prima volta negli anni Venti del Novecento: conteneva un'enorme quantità di dati e ben 225.300 stelle classificate e rappresentò un’impresa femminile collettiva di grande valore.

Per approfondire: "Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni, Milano 2020.

Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
facebook.com/scienziateneltempo/

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