Giornale on-line fondato nel 2004

Sabato, 13 Dic 2025

Fino alla fine degli anni Quaranta, si pensava che il genoma, il patrimonio genetico di un organismo presente nel nucleo delle sue cellule, fosse statico e immutabile. Ora sappiamo che alcuni elementi genetici, i trasposoni, sono invece in grado di spostarsi da una regione all’altra del genoma.

La scoperta di questi elementi, conosciuti come “jumping genes”, “geni che saltano”, è merito della biologa Barbara McClintock che, nei primi anni Cinquanta, facendo esperimenti sulle pannocchie di granturco, ha scoperto la loro esistenza, dimostrando che il codice genetico di ogni organismo è un elemento dinamico, stimolato dall’ambiente circostante.

La scienziata era nata ad Hartford, nel Connecticut (USA), nel 1902 e si era laureata in biologia alla Cornell University, dove aveva ottenuto il dottorato in citogenetica. La sua scoperta dei trasposoni ha rivoluzionato la genetica classica e ha modificato radicalmente la comprensione del differenziamento cellulare.

Per questo motivo, per molti anni, la sua scoperta fu messa in discussione dalla comunità scientifica più conservatrice che l’ha compresa e accettata solo negli anni Settanta. Infine, nel 1983, il suo lavoro è stato riconosciuto e celebrato con il prestigioso premio Nobel per la Medicina. Una dei pochi scienziati a vincere il premio da sola.

A metà degli anni Ottanta, il suo modo originale di ricercare ha trovato una particolare risonanza nel pensiero femminista, perché era un metodo “empatico”, molto diverso dal classico paradigma dell’oggettività scientifica.

Alla base c'era il suo straordinario talento nell'osservazione al microscopio: sembrava che le barriere tra lei e l'oggetto di studio non esistessero.

La scienziata disse una volta che durante le osservazioni al microscopio era come se essa stessa si trovasse all'interno della cellula e potesse guardarsi intorno. Questa modalità è stata definita da Evelyn Fox Keller, esponente di maggior spicco dell'epistemologia femminista, "sintonia con l'organismo".

Barbara McClintock ha incontrato molti ostacoli nella sua carriera, ma ha sempre proceduto con coraggio, rappresentando un caso raro nella storia della scienza in quanto ha sempre lavorato completamente da sola.

È deceduta a Huntington, New York, a novanta anni, nel 1992.

Per approfondire: "Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", Ledizioni, 2023.

Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
facebook.com/scienziateneltempo/

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI

empty alt

L’Opec sul petrolio gioca al ribasso

Sembra che l’Opec sia tornata al passato, ai primi anni Dieci del nuovo secolo, quando...
empty alt

UniPi celebra il bicentenario della istituzione della cattedra di Egittologia

A Pisa 200 anni fa, per la prima volta al mondo, l’Egittologia faceva il suo ingresso in un’aula...
empty alt

Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2025: il ruolo delle scienziate

Diverse donne di scienza, in epoche e discipline differenti, hanno unito ricerca e impegno per i...
empty alt

“L’ombra del corvo”, film struggente, inquietante, a tratti spaventoso

L’ombra del corvo, regia di Dylan Southern, (titolo originale The Thing with Feathers, tratto dal...
empty alt

La seconda missione dell’ivacaftor, farmaco finora attivo contro la fibrosi cistica

Nel mondo della medicina di precisione l’ivacaftor, uno dei primi farmaci approvato contro la...
empty alt

Anci e Legambiente al Governo: stanziare maggiori fondi per demolizione immobili abusivi

Come emerge dall’indicatore sull’abusivismo edilizio curato dall’Istat in collaborazione con il...
Back To Top