Comunicato Usi/RdB-Ricerca
E’ stata varata la manovra del Governo per fronteggiare la crisi economica. Come sempre a pagare saranno i lavoratori dipendenti ed in particolare i lavoratori pubblici. La Ricerca come accade da qualche anno a questa parte non è esentata.
La manovra del governo non è come le altre e non sarà l’unica di questo tenore, perché la crisi che stiamo vivendo è ormai palesemente strutturale e mette in discussione il modello di sviluppo ed il modello di società. L’obbiettivo che si pongono le banche, i padroni ed il governo è quello di trasformare radicalmente e definitivamente questo Paese eliminando qualsiasi residuo di stato sociale e riducendo al minimo l’intervento del pubblico in tutti i settori. La ricerca pubblica è tra i loro obiettivi, anch’essa deve essere smantellata e riservata esclusivamente alle aziende private.
- SOPPRESSIONE DI ALCUNI ENTI
- TAGLI AL BILANCIO DEGLI ENTI DI RICERCA
- BLOCCO DEL TURN OVER
- BLOCCO DEI RINNOVI CONTRATTUALI
- DIMEZZAMENTO DELLE RISORSE ORDINARIE PER I CONTRATTI DEI LAVORATORI PRECARI
CISL E UIL HANNO GIÀ DATO ANCHE IL PROPRIO ASSENSO!
Mentre Epifani dice no alla manovra, ma dichiara al Sole 24 Ore «I dipendenti pubblici - sostiene Epifani - sono disponibili ai sacrifici ma non possono ricadere solo su di loro» e cerca l’accordo con CISL e UIL per tornare a concertare con il Governo,
Noi rispondiamo che i sacrifici li faccia lui, noi ne abbiamo fatti abbastanza!
- Sabato 5 giugno manifestazione nazionale a Roma contro la manovra
- Lunedì 14 giugno sciopero del pubblico impiego
Al di là dei tentativi di qualcuno che cerca di confinare le questioni all’interno degli enti o del comparto, oggi quello che serve è una reazione forte di tutti i lavoratori, i precari i disoccupati ed i cittadini che non vogliono essere schiacciati dalle manovre che servono alle banche e ai padroni e hanno un’idea diversa di società.
A partire dai posti di lavoro è necessario organizzare una resistenza sociale che si opponga alle trasformazioni che ci condannano ad essere i poveri del nuovo millennio.
Ognuno deve fare la sua parte e noi lavoratori della ricerca dobbiamo fare la nostra come parte di un blocco sociale che vogliono schiacciare e che invece saldandosi ha la possibilità di mandare all’aria i progetti di banche, padroni, governi e sindacati collaborazionisti.