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Mercoledì, 14 Mag 2025

In un’epoca in cui l’istruzione scientifica era preclusa alle donne, alcune riuscirono a farsi spazio tra le crepe del sistema patriarcale. Con determinazione e talento, conquistarono riconoscimenti che parevano inaccessibili.

Tra queste pioniere spicca Sofja Kovalevskaja. Nata a Mosca il 15 gennaio 1850, Sofja fu la prima donna a ottenere un dottorato in matematica e la prima, in Europa, a ottenere una cattedra universitaria. Amava la matematica con passione, in un tempo in cui una simile inclinazione femminile suscitava diffidenza, quando non disprezzo.

All’Università di Stoccolma, il suo arrivo fu accolto da parole velenose come quelle di August Strindberg – scrittore di talento, ma non certo esente da pregiudizi: “Una femmina professore di matematica è un fenomeno pernicioso e sgradevole, si potrebbe dire una mostruosità. Che sia stata invitata in un paese dove esistono matematici uomini di gran lunga superiori, si spiega soltanto con la galanteria svedese verso il sesso femminile.”

Strindberg non fu il solo a insinuare che la sua nomina fosse frutto di bellezza più che di merito. Un pregiudizio tenace, che ancora oggi fatica a scomparire.

Eppure, il valore di Sofja parlava da sé: tra i suoi contributi più noti, lo studio del movimento di rotazione di un corpo rigido attorno al proprio asse – come una trottola – per il quale per prima formulò le equazioni matematiche.

La sua carriera accademica iniziò ufficialmente il 30 gennaio 1884. Così scriveva il matematico Gösta Mittag-Leffler al suo maestro Karl Weierstrass, il padre dell’analisi moderna, che aveva sostenuto Sofja con lezioni private: “Sofja Kovalevskaja ha tenuto la sua prima lezione, in tedesco, sulle equazioni differenziali parziali. L’aula era piena: studenti, professori, autorità accademiche e cittadini consapevoli dell’importanza storica dell’evento erano venuti ad assistere. Sofia era nervosa, all’inizio inciampava, ma ha concluso tra gli applausi. La ‘principessa della scienza’ aveva appena iniziato il suo regno.”

Il percorso di Sofja, difficile e ostacolato, è diventato simbolo di una battaglia più ampia: quella per il diritto delle donne allo studio e al riconoscimento scientifico.

Morì a Stoccolma nel 1891, a soli 41 anni, lasciando un’eredità che continua a ispirare.

Per approfondire: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni, Milano 2023.

Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
facebook.com/scienziateneltempo/

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