Redazione
Dopo la scandalosa sentenza C-46/07 della Corte di giustizia europea (vedere Il Foglietto n. 42/2008), che ha imposto all’Italia la parità uomo-donna in materia di pensione di vecchiaia (conseguibile per tutti a 65 anni), con la legge 102/09 il Parlamento aveva stabilito che l’adeguamento avvenisse gradualmente, entro il 2018.
Tale decisione non è stata gradita dalla Commissione, che nei giorni scorsi ha minacciato sanzioni nei confronti dell’Italia qualora la “discriminazione” non cessi dal 2012.
Immediato l’obbedisco del governo. Sul fronte dell’opposizione sia Emma Bonino, sia Rosy Bindi, sia i responsabili del Pd per il lavoro e gli affari europei, hanno espresso una sconcertante soddisfazione per la decisione della Commissione.