Gertrude Bell fu una delle figure chiave nella ridefinizione del Medio Oriente all’inizio del Novecento. Nata in Inghilterra nel 1868, in una ricca famiglia industriale, ricevette un’educazione raffinata e un forte impulso intellettuale dal padre, mentre la madre morì quando aveva solo tre anni.
Dopo un debutto in società che trovò sterile e soffocante, trovò la sua strada lontano dai salotti inglesi. Nel 1892, a 24 anni, si recò a Teheran dallo zio ambasciatore: fu l’inizio di una vita straordinaria. Scriverà: “La prima alba dopo una notte nel deserto è un ricordo indimenticabile”.
Nel mondo arabo la chiamavano “Sir”, riconoscendole un’autorità che in patria le sarebbe stata negata. Viaggiò in lungo e in largo tra deserti e rovine, costruendo relazioni con capi tribali e contribuendo alla definizione dei confini di un’area contesa dalle grandi potenze.
Fu esploratrice, fotografa, scrittrice, archeologa e spia. Durante la Prima guerra mondiale collaborò con la rivolta araba, operando accanto a Lawrence d’Arabia e influenzando le scelte politiche britanniche nella regione.
Eppure, prima di tutto questo, era solo una giovane donna destinata a una vita convenzionale. A quel destino si ribellò presto: si iscrisse a Oxford a 16 anni, laureandosi in Storia Moderna con il massimo dei voti - prima donna a riuscirci.
Gertrude Bell non si accontentò di esistere in un mondo di uomini: lo attraversò, lo studiò, lo cambiò.
Per approfondire:
Queen of the Desert, film di Werner Herzog (2015)
Janet Wallach, Desert Queen, Greco e Greco, 2006
Enciclopedia della storia del mondo
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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