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Mercoledì, 03 Lug 2024

di Paolo Vita

Allarme rosso all'Inpdap, crescono le entrate contributive ma il buco si allarga.

L'Istituto sopravvive vendendo il patrimonio immobiliare e facendo ricorso a prestiti da parte dello Stato che solo a dicembre 2008 ha dovuto anticipare all'Istituto 3,6 mld per pagare le pensioni e le tredicesime.

Secondo la Corte dei conti non c'è nulla da fare visto che il magistrato delegato al controllo dell'Inpdap, Bruno Bove, nella sua Relazione sulla gestione 2008 (che include però anche i bilanci di previsione 2009 e 2010) depositata lo scorso 4 maggio spiega che "i margini per manovre dell'Istituto dirette a riportare in equilibrio la gestione caratteristica appaiono di minima entità".

Come dire che i progetti messi a punto dal commissario straordinario dell'Istituto, che prevedono recuperi di efficienza e la creazione del Fondo Senior insieme alla società di gestione del risparmio Fimit non serviranno quasi a nulla.

Il Fondo si occuperà di vendere il restante patrimonio immobiliare dell'Inpdap per poi impiegare i denari così reperiti per l'acquisto della nuda proprietà di immobili da persone ultra sessantacinquenni oltre che per l'acquisto di crediti derivanti da prestiti vitalizi ipotecari concessi da soggetti terzi e per la costruzione di immobili da destinare a persone over 65 anni.

La Relazione della Corte dei conti dice che "lo squilibrio tra entrate contributive e spesa per le prestazioni pensionistiche e previdenziali costituisce, agli effetti dei risultati gestionali, un fattore ormai predominante e di carattere strutturale, legato a cause di natura esogena, che determinano le diverse dinamiche relative all'evoluzione della platea degli iscritti, e quindi del gettito contributivo, e all'andamento crescente del volume della spesa".

Nel 2007 le entrate correnti si sono attestate a quota 55,5 mld mentre nel 2008 sono cresciute del 5,17% attestandosi a quota 58,4 mld a fronte di spese correnti per 59 mld e nel 2008 per 62,8 mld facendo registrare un incremento di spesa pari al 6,28 per cento. Sempre nel 2007 le uscite dell'Inpdap sono state per 3,5 mld superiori alle entrate mentre l'anno successivo il disavanzo è stato di 4,4 mld. Nello stesso anno il patrimonio netto ammontava a 18,8 miliardi a fronte di un indebitamento di 26,6 miliardi, l'anno successivo le cose sono peggiorate a causa della diminuzione del patrimonio netto che è sceso a 14,4 mld mentre l'indebitamento è salito a quota 31,4 mld.

Un motivo in più per accelerare l'unificazione degli enti previdenziali e separare l'assistenza dalla previdenza.

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