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Mercoledì, 03 Lug 2024

di Adriana Spera

Sono tante le novità legislative in materia di lavoro, in parte prossime a entrare in vigore e in parte subordinate all’emanazione di appositi decreti legislativi da parte del Governo, contenute nel disegno di legge battezzato “collegato-lavoro”, approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati il 19 ottobre scorso e in attesa di pubblicazione in Gazzetta.

Ad  essere immediatamente efficace sarà quanto disposto dall’articolo 31 della legge,  rubricato “Conciliazione e arbitrato”.

La norma ha come destinatari tanto i lavoratori privati quanto quelli pubblici. Per questi ultimi, in caso di contenzioso con il datore di lavoro, il decreto legislativo n. 80 del 1998 (c.d. decreto Bassanini) aveva introdotto l’obbligo per il dipendente che intendeva portare dinanzi al Giudice del Lavoro il proprio ente di esperire prima un tentativo di conciliazione dinanzi alla Direzione Provinciale del Lavoro (Dpl).

In caso di mancata proposizione, il ricorso veniva dichiarato improcedibile dal giudice.

Lo strumento applicato per più di dodici anni si è rivelato assolutamente fallimentare in quanto i contenziosi risolti in sede di conciliazione sono stati davvero minimi. E’ servito, invece, a dilatare i tempi per ottenere le pronunce da parte dei Tribunali.

Ora, tra pochi giorni, la conciliazione diventerà facoltativa, nel senso che il lavoratore potrà immediatamente adire il Tribunale del Lavoro, senza rischiare di vedersi dichiarare improcedibile il ricorso, oppure potrà tentare, comunque, la strada della conciliazione.

In quest’ultimo caso, dovrà sempre rivolgersi alla Dpl della provincia in cui lavora, che istituirà delle commissioni permanenti, presiedute dal direttore dell’ufficio o da un magistrato a riposo, composte da quattro rappresentanti effettivi e da altrettanti supplenti sia dei datori di lavoro che dei sindacati maggiormente rappresentativi a livello territoriale.

Il lavoratore dovrà presentare un vero e proprio ricorso, che l’ente nei confronti del quale è proposto potrà accettare di discutere oppure avrà facoltà di ignorare.

Un meccanismo quasi fotocopia del precedente, destinato anch’esso a naufragare miseramente. Ma un risultato sicuramente lo otterrà: il conferimento di una pletora di incarichi: sedici, tra titolari e  supplenti, presso ogni Direzione Provinciale, che in Italia sono 109, per un totale di 1744, di cui 872 riservati ai sindacalisti. Un record da guinness dei primati.

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