Nel 2023, i prezzi al consumo sono aumentati del 5,7%, in calo rispetto al 8,1% dello scorso anno, ma un valore comunque elevato, che ha messo a dura prova il portafoglio degli italiani, tanto più che a crescere maggiormente sono stati i prezzi dei beni a maggior consumo (generi alimentari, prodotti per la pulizia della casa e per l'igiene personale), il cosiddetto "carrello della spesa", che ha fatto segnare un +9,5% (dopo l'8,4% del 2022).
La dinamica più accentuata dei prezzi dei generi di prima necessità ha penalizzato maggiormente le famiglie meno abbienti, che hanno quindi sopportato un'inflazione superiore alla media.
La componente di fondo (che esclude i prodotti a maggiore volatilità di prezzo, tra cui gli energetici) è salita anch'essa al 5,1%, ben oltre il target di crescita annuale dei prezzi del 2% tollerato dalla Bce, che difatti è corsa ai ripari, rialzando per sei volte nel 2023 il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, dal 2,5% di dicembre 2022 al 4,5% in vigore dal 20 settembre.
Fortunatamente, a fine anno sia l'inflazione (+0,6%), sia la componente di fondo (+3,1%) sembrano aver imboccato un sentiero di discesa, anche se il carrello della spesa resta pur sempre a +5,3% tendenziale.
Rispetto al 2022 scendono da 8,57 a 6,12 i contributi positivi, mentre quelli negativi sono sostanzialmente stabili (da -0,36 a -0,5).
L'aumento dell'inflazione nel 2023 è attribuibile per oltre 1 punto percentuale al mercato libero dell'energia elettrica e del gas, ma crescono anche i prezzi di alberghi e ristoranti e di alcuni servizi (manutenzione auto, domestici, bancari). Il contributo negativo è ascrivibile principalmente ad alcune componenti tariffarie delle bollette di luce e gas, carburanti per autotrazione, beni tecnologici.
Tra i raggruppamenti di prodotti, contribuiscono all'inflazione gli Alimentari (1,9%), i Servizi (+1,8%), Altri beni (+0,9%), gli Energetici (+0,8%), Auto e moto (+0,3%).
Le prospettive per il 2024 sono discrete: l'effetto di trascinamento è nullo e a meno di nuove fiammate sui prezzi energetici, le ricadute della spinta inflazionistica del 2022 dovrebbero aver esaurito i loro effetti, favorendo un rientro nella normalità fin dai primi mesi.
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per tipologia di prodotto – valori percentuali
Fonte: elaborazione su dati Istat
Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale, variazioni tendenziali e contributi – valori percentuali
Fonte: elaborazione su dati Istat
Contributi alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale per prodotto – valori percentuali
Fonte: elaborazione su dati Istat
Franco Mostacci
ricercatore statistico, analista economico, giornalista pubblicista