di Adriana Spera
La frase più ricorrente in questi ultimi giorni è: speriamo che l'Italia cambi.
Un'aspettativa di cambiamento che sembra pervadere ed entusiasmare la maggioranza degli italiani stufi di proclamate false sicurezze, che non prevedono diritti elementari quali casa e lavoro. Auguriamoci che così possa essere per il resto dell'Italia, dopo quanto accaduto per le capitali del nord e del sud.
Purtroppo noi malcapitati cittadini romani dovremo continuare a subire gli stessi riti barbarici: da un lato ci aspetta l'invasione dell'immondizia nelle strade, visto che la discarica di Malagrotta è ormai da tempo esaurita e non si trova un accordo per un sito alternativo; men che meno, si provvede a raggiungere la quota di legge di differenziata, parola sconosciuta alla maggioranza dei politici italiani.
D'altro canto, continueremo ad assistere a sgomberi di campi rom, pagando milioni di euro per spostare un "problema" risolvibilissimo.Ma per gli esattori del voto becero, le politiche sociali non sono previste.
In compenso nei giorni scorsi abbiamo assistito ad una variante sul tema del bestiario razzista e, diciamocelo pure, un po' nazista dell'Italia delle libertà: un gruppo di sessantaquattro venditori ambulanti, rigorosamente immigrati, è stato fermato e accompagnato per l'identificazione al comando della polizia municipale, previa apposizione agli identificandi di un braccialetto numerato.
Vien da chiedersi in base a quale norma ciò sia potuto accadere. Che sia stato emanato l'ennesimo decreto sicurezza a nostra (e del Parlamento) insaputa?