di Adriana Spera
Siamo ancora a piangere le vittime di anni di scellerato governo del territorio e di una falsa idea di sviluppo e occupazione.
Marta Vincenzi a Genova ha prima sottovalutato i rischi e poi amplificato la definizione del fenomeno nella speranza di essere assolta, non esitando a definire il nubifragio uno tsunami. SuperMarta, da buon "imprenditore della politica", si è lasciata intimorire dalle critiche di alcuni giornali locali limitandosi a chiudere solo quattro scuole quando invece sarebbe stato necessario fare un'ordinanza che, in nome dell'emergenza climatica, intimasse il blocco del traffico e la chiusura di uffici e scuole.
Così negli anni in cui ha governato, anziché fare le barricate perché si destinassero risorse alla tutela del territorio amministrato, ha indetto manifestazioni a sostegno della Tav.
Colpevole della tragedia è una politica cieca, ormai indifendibile se è vero come è vero che nessun partito pone tra le priorità programmatiche la messa in sicurezza del territorio, il controllo delle costruzioni, la lotta alle speculazioni edilizie, il rilancio e il sostegno dell'agricoltura, piani di assunzione di tecnici negli enti locali.
Assente e lontana dalla comunità, vicina ai poteri forti pronti alle devastazioni in nome della speculazione. Dopo l'alluvione di Firenze nel 1966, il ministro Giacomo Mancini istituì la commissione De Marchi, che varò un attento studio del territorio da cui scaturì la disattesa legge 183/89 sulla difesa del suolo.
Tra qualche giorno si terrà il 17° vertice Onu sul clima e ancora una volta la politica preferirà ignorare la crisi ecologica, madre di tutte le crisi, per non disturbare le grandi aziende con un sistema di regole. Le 300 mila vittime che ogni anno miete l'emergenza climatica sono destinate a salire.