di Roberto Tomei
Definita dal suo autore, l'onorevole Calderoli (Lega nord), come "una vera porcata", la legge n.270/2005 con la quale abbiamo già votato due volte, nel 2006 e nel 2008, e rivoteremo prossimamente alle elezioni politiche, è stata da subito ribattezzata "porcellum".
Questi i punti cardine della disciplina: liste bloccate, premio di maggioranza, coalizioni di liste e soglie di sbarramento. Le circoscrizioni estere, invece, hanno solo debuttato col porcellum nel 2006, ma la loro istituzione risale al 2001.
Liste bloccate - come nei regimi totalitari, dove però la lista è una sola - significa voto spersonalizzato, dato che la "croce" si mette sulla lista. Non si sceglie un candidato, come accadeva prima, quando l'elettore lo conosceva e anche il candidato conosceva parte dei suoi elettori, certamente conosceva i loro problemi.
Ora si sceglie, invece, un partito, che ha già deciso al posto nostro, determinando la qualità della classe politica che popolerà il Parlamento.
Difficile poi sorprendersi se è aumentata la distanza tra i cittadini e chi dovrebbe rappresentarli.
Il premio di maggioranza - che ai tempi della legge truffa stava per scatenare la guerra civile, ma sul quale, ancorché maggiorato rispetto al 1953, c'è stato ampio consenso - è quello che spetta alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa dei voti: un minimo di 340 seggi alla Camera e il 55% dei seggi assegnati a ogni regione al Senato.
Per ottenere rappresentanti in Parlamento, liste e coalizioni devono superare le soglie di sbarramento, anch'esse diverse. Alla Camera la singola lista non deve scendere sotto la soglia del 4% dei voti nazionali, mentre ogni coalizione non può andare sotto il 10%. Ma se questa soglia viene superata, lo sbarramento per ogni lista della coalizione si abbassa al 2%. Al Senato, invece, la soglia di sbarramento è fissata all'8% a livello regionale, che sale al 20% per le coalizioni e scende al 3% per ogni lista coalizzata, sempre che la coalizione abbia superato il predetto 20%.
Nell'ambito della coalizione vincente, infine, solo per la Camera, viene ripescato anche il "miglior perdente", cioè la lista coalizzata che più si è avvicinata alla soglia di sbarramento. Col risultato paradossale che un partitino che ha avuto meno del 2% avrà suoi eletti mentre un singolo partito fermo a meno del 4% non sarà rappresentato. Mica male. Del resto, altrimenti che porcata sarebbe.
Ma non finisce qui. Perché è vero che i cittadini sono stati espropriati della possibilità di scegliere i loro candidati, ma è altrettanto vero che il porcellum ha finito per essere un ordigno che - come nel mito faustiano dell'apprendista stregone - rischia di esplodere nelle mani di chi lo ha confezionato. Ed infatti, trattandosi di un sistema asimmetrico, il porcellum può determinare la vittoria di una coalizione alla Camera, ma non è detto che la stessa coalizione prevalga al Senato. Basta veramente poco, cioè la sconfitta in due o tre regioni chiave e l'ingovernabilità è garantita.
Da qui, forse, l'aggettivo "vera" accompagnato a "porcata".
Nel corso di questa legislatura, più volte (57, per l'esattezza) si è tentato (i maligni dicono che nella maggior parte dei casi si è fatto finta) di modificare il porcellum, ma non c'è stato niente da fare.
Magari nella prossima legislatura, la XVII, nonostante il numero tutt'altro che beneaugurante, forse saremo più fortunati.