Ultimamente in giro c'è un gran parlare dei valori dell'Occidente. Il più delle volte a sproposito.
Questi valori, libertà, solidarietà sociale, stato di diritto, tolleranza, laicità, pace, sono stati distillati da una storia millenaria europea fatta di scontri sociali, politici, guerre sanguinose, anche di religione, rivoluzioni, imprese coloniali, stermini di popolazioni, di schiavitù, servaggio, oppressioni di tutti i tipi, due guerre mondiali ecc. che hanno attraversato i secoli; esportati anche nel continente americano.
Quando si dice "valori occidentali" ci si dimentica di questa storia dolorosa e drammatica e del fatto essenziale che quei valori di progresso e di libertà si sono affermati contro le spinte reazionarie, conservatrici e illiberali che oggi li stanno respingendo indietro. Ogni paese europeo è stato teatro, con alterne vicende, di questa lotta fra conservatorismo reazionario e progressismo.
L'Europa è stata il cuore di questa storia. Ha toccato i vertici dell'abominio razzista con il nazismo e lo sterminio degli ebrei e, in pari tempo, il progressismo del socialismo, del movimento operaio e dell'emancipazione delle classi lavoratrici. Dei valori occidentali, così come sono andati configurandosi e sedimentandosi in Europa, fa parte a pieno titolo il socialismo di Karl Marx e Friederich Engels che, nell'Ottocento e nel Novecento, ne è stato forza propulsiva.
Enrico Berlinguer, nella sua relazione al XV Congresso del Pci (1979), colse bene questo aspetto: «L'impegno nostro, di grande partito nazionale italiano, ha come punto centrale di riferimento l'Europa occidentale, perché il nostro paese, noi stessi, siamo parte viva di questa realtà, che vogliamo contribuire a trasformare nella direzione di un socialismo fondato sulla libertà, la democrazia e il pluralismo». Precisando subito dopo: «Ma spesso da più parti si equivoca sul significato di questa nostra scelta occidentale. C'è chi si attende da noi - ma se lo attende lo attenderà invano - una scelta tesa ad accettare la realtà dell'Occidente per quello che è, e dunque la rinuncia all'azione e alla lotta per trasformarlo, che sono la stessa della nostra esistenza e funzione».
E stavamo ai tempi della CEE occidentale, del mondo diviso in blocchi contrapposti senza gli sconvolgimenti, (la caduta dell'Urss e del "socialismo realizzato" nei paesi dell'Est) e i veri e propri ribaltamenti che ne sono seguiti, preparati dall'allora incipiente rivoluzione conservatrice e tecnologica che ha innervato una globalizzazione destabilizzante la democrazia occidentale e prostrato nella subalternità la sinistra istituzionale.
Da allora, attraverso un processo lungo e complicato (in Italia, il Pci fu liquidato), hanno preso forza i nazionalismi parafascisti in un'Europa allargatasi a 27.
Il fascismo e il nazismo sono stati, tra i movimenti reazionari, quelli che hanno contrastato con le maniere più brutali e inumane i "valori occidentali" sopra richiamati. Gli eredi di quei movimenti quando parlano, non a caso si rifanno al sanfedismo medievale in tanti modi; sono ancora in cerca di una rivincita assaltando la democrazia liberale e sociale.
Ai tempi delle Crociate avrebbero incoraggiato Pietro l'eremita e il suo "Deus vult", in quello dell'Inquisizione sarebbero stati con Torquemada, in quello della Rivoluzione francese con i vandeani, al tempo del fascismo con i fascisti. Hanno ottenuto risultati non indifferenti in Italia, in Ungheria, in Slovacchia, in Olanda. In Austria, sono il primo partito ma sono stati, per ora, respinti in extremis per il governo. Con Trump hanno conquistato il centro dell'impero occidentale e lo si vede quotidianamente e brutalmente. Ne sanno qualcosa in Groenlandia, in Canada, in Palestina, in Ucraina e gli "scrocconi" europei.
I valori occidentali, quelli di libertà, solidarietà sociale, stato di diritto, tolleranza, laicità, pace, sono propri del socialismo e del progressismo.
Anche quando progressisti e socialisti se li dimenticano o, peggio, li rinnegano.
Aldo Pirone
editorialista e scrittore
facebook.com/aldo.pirone.7