Il presidente degli Stati Uniti ha revocato a Harvard la possibilità di accogliere studenti internazionali. Se una simile decisione fosse stata in vigore qualche decennio fa, una delle figure più rivoluzionarie dell’architettura contemporanea non avrebbe mai varcato i cancelli dell’ateneo.
Zaha Hadid è nata il 31 marzo 1950 a Baghdad, in Iraq, in una famiglia benestante: il padre era un imprenditore nel settore edile, la madre un’artista. Dopo aver studiato matematica all’Accademia Americana di Beirut, nel 1972 si è trasferita a Londra per proseguire gli studi all’Architectural Association.
Si è laureata nel 1977 e ha iniziato a lavorare presso l’Office for Metropolitan Architecture (OMA) a Rotterdam con Rem Koolhaas. Parallelamente, ha intrapreso la carriera accademica, insegnando in università prestigiose come Harvard e Yale.
In particolare, nel 1996 è stata titolare della “Kenzo Tange Chair for Architecture” alla Graduate School of Design di Harvard, dove ha tenuto corsi e workshop che hanno influenzato profondamente una nuova generazione di architetti.
Nel 1979, è tornata a Londra e ha fondato il proprio studio, “Zaha Hadid Architects”. I suoi progetti, visionari e avanguardisti, hanno iniziato a concretizzarsi solo a partire dal 1983. Il riconoscimento mondiale è arrivato nel 2004, quando è divenuta la prima donna a ricevere il Premio Pritzker, che l’ ha consacrata nell’Olimpo dell’architettura.
È seguita una carriera costellata di incarichi internazionali e di critiche, spesso legate alla spettacolarità delle sue opere. Tra i suoi capolavori più noti, il MAXXI di Roma, completato nel 2010, che le valse il Premio Stirling, riconoscimento che avrebbe vinto anche l’anno successivo.
Zaha Hadid è scomparsa nel 2016, all’età di 65 anni, a seguito di un attacco cardiaco in un ospedale di Miami. Tre anni dopo, a Milano, è stata inaugurata la Torre Hadid, un grattacielo soprannominato “lo Storto”: un segno potente del suo stile, capace di far impallidire le costruzioni circostanti.
Oggi, mentre nuovi confini si alzano contro il sapere e la collaborazione internazionale, la storia di Zaha Hadid ci ammonisce su ciò che potremmo perdere. In un mondo meno aperto, forse non sarebbe mai arrivata a Harvard. E forse, il mondo non avrebbe mai conosciuto il suo genio.
“Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, Ledizioni 2023.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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