Ieri si è conclusa all'Aja la riunione dei 32 paesi aderenti alla Nato, fra questi c'erano anche il turco Erdogan e l'ungherese Orban, noti campioni di democrazia e del "mondo libero". Il biglietto da visita lo aveva già fatto avere ai convenuti il segretario-zerbino Mark Rutte d'accordo con Trump: elevare al 5% del Pil le spese di ogni paese per l'alleanza militare.
Particolarmente servile l'sms di Rutte a Trump, chiamato "paparino", che manco la Meloni, il che è tutto dire, saprebbe concepire: “Signor Presidente, caro Donald, congratulazioni e grazie per la tua azione decisiva in Iran, davvero straordinaria, che nessun altro avrebbe osato compiere. Ci rende tutti più sicuri. Stasera volerai verso un altro grande successo all’Aja. Non è stato facile, ma siamo riusciti a far firmare a tutti il 5%! Donald, ci hai condotti a un momento davvero importante per l’America, l’Europa e il mondo. Raggiungerai qualcosa che nessun presidente americano è riuscito a fare negli ultimi decenni. L’Europa pagherà molto, come è giusto che sia, e sarà una tua vittoria. Buon viaggio e ci vediamo alla cena di Sua Maestà!”.
Sarebbe questa l'occasione, l'ennesima, per i paesi della Ue di un reciso rifiuto e dedicarsi a iniziare a mettere in atto, con tutte le gradualità necessarie, la Difesa comune europea che, tra l'altro, ci farebbe risparmiare un bel po' di soldi mettendo in comune i 27 sistemi d'arma della Ue. Cosa che la Meloni, non a caso, aborre, preferendo il riarmo nazionalista modello Nato. La Difesa comune europea sarebbe secondo lei un doppione della Nato, mentre i 27 sistemi d'arma dei paesi della Ue invece vanno benissimo. Dice Giorgia che l'impegno che ha preso è sostenibile, ma non dice come: la solita bugia per nascondere la macelleria sociale per altro già in atto. Intanto ha firmato poi chi vivrà vedrà.
Ma non credo proprio che la Difesa comune europea sia la determinazione delle classi dirigenti liberali e socialiste europee che così offrono occasioni di ulteriore espansione popolare alle destre nazionaliste e sovraniste di presentarsi come difensori della pace e anche del welfare.
Il fatto è che la Ue non vuole prendere atto di una realtà che le viene continuamente sbattuta in faccia da Trump che ieri ha pure messo in discussione l'art. 5 del Trattato Nato, quello che Giorgia Meloni voleva estendere all'Ucraina: l'Europa, per il Tycoon immobiliarista, è una congrega di scrocconi sia sotto il profilo economico che militare.
Naturalmente Trump utilizza la storia dell'Europa pro domo sua con le sue solite semplificazioni che, come tutti i nazionalisti e sovranisti, nulla hanno a che vedere con la storia vera.
E non è che tolto di mezzo il Tycoon cotonato, sbruffone e pericoloso, la realtà tornerà quella di prima. Sperarlo come fa qualche buontempone è come rimettere dentro al tubetto il dentifricio fuoriuscito. Ed è bene che sia uscito. Pensare di tornare a quel mondo è come pensare di combattere il cambiamento climatico riesumando le candele o i lumi a petrolio. Lo ha riconosciuto perfino l'insospettabile ministro della Difesa Crosetto dicendo: "La Nato non ha più ragione di esistere perché una volta il centro del mondo era l’Oceano Atlantico, ora è il mondo”.
La divaricazione degli interessi economici e geopolitici yankee da quelli europei è cominciata molto tempo fa e l'Europa nel momento della sua massima espansione ad est nel 2004 ha avuto l'occasione d'oro per farsi autonoma dagli Usa.
Trump ha già fatto capire nei suoi modi brutali dettati dalla pura politica della forza militare e quella dei dazi che per lui l'Europa non esiste. Che il confronto principale geopolitico è con la Cina e, in questo quadro, che l'amico Putin può prendersi anche un pezzo dell'Ucraina. Di fronte a ciò appaiono penosi i tentativi dell'Europa di tenere agganciato Trump alla Nato concedendogli tutto, anche il sedere per usare il linguaggio aulico del Tycoon cotonato.
Meglio sarebbe voltare rapidamente pagina e prendere il toro per le corna. Corna assai difficili, forse inconcepibili per dei liberal democratici: unire alla Difesa europea la svolta sulle politiche sociali, dai salari al potenziamento del welfare, alla crescita della domanda interna, all'eliminazione delle innumerevoli tariffe interne al mercato europeo, ecc..
Ma, ripeto, le attuali classi dirigenti europee, da Macron a Von der Leyen a Merz, con la complicità della Spd e del Pse salvo lo spagnolo Sanchez, non sanno che pesci prendere.
Vale per le loro incertezze, oscillazioni e subalternità, il detto di Cicerone: "Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?"
Aldo Pirone
editorialista e scrittore
facebook.com/aldo.pirone.7