Comunicato Usi-Ricerca
E’ opinione diffusa che l’amministrazione dell’Istat abbia toccato ormai il livello più basso della sua ultraottuagenaria storia.
In disparte la confusione che regna ai vertici dell’ente, dove ormai da mesi e mesi la fanno da padrone l’interim, la reggenza o il facente funzioni, figure che dovrebbero essere tutt’altro che durature, a danneggiare non poco il personale dell’ente è il comportamento di una delegazione incaricata di trattare con le organizzazioni sindacali, che fa di tutto per non risolvere problemi con riflessi sulla busta paga dei lavoratori.
Come più volte denunciato da Usi-Ricerca, si è arrivati a febbraio 2014, senza che l’ente sia stato in grado di garantire al personale tecnico e amministrativo il conguaglio 2011, l’acconto e il conguaglio 2012 e l’acconto e il conguaglio 2013 del fondo produttività collettiva e individuale, il cosiddetto “fondino”, che è stato sempre erogato con acconto, a ottobre, e saldo, a marzo, di ogni anno.
Si tratta di somme vincolate che, pertanto, non possono essere destinate a finalità diverse.
Quello dell’amministrazione rappresenta un gravissimo quanto inqualificabile comportamento, ascrivibile alla delegazione trattante dell’ente che, dopo aver firmato un accordo in data 31 luglio 2012 con una sigla sindacale, bocciato il 3 ottobre successivo dai revisori dei conti, a distanza di più di un anno, ad ottobre 2013, ne ha sottoscritto un altro, questa volta con due sigle sindacali, che, nella materia della produttività individuale e collettiva, si appalesava non poco azzardato sul piano giuridico e del quale si sono poi perse addirittura le tracce.
Sia nella prima che nella seconda occasione, Usi-Ricerca, in fase di trattativa, non solo ebbe a reiterare una proposta assolutamente fondata e legittima, già avanzata in passato e rigettata immotivatamente dall’amministrazione, il cui accoglimento avrebbe invece consentito l’immediata erogazione del fondo al personale, ma dimostrò ai sempre più sordi componenti della delegazione Istat la totale inconsistenza della loro proposta, che aveva come unico obiettivo quello di differire sine die il pagamento di quanto spettante al personale. Cosa che si è puntualmente verificata.
Ora la misura è davvero stracolma, ove si consideri che il modus operandi dell’amministrazione blocca anche i rimborsi per le attività assistenziali, il telelavoro, i passaggi di livello, le progressioni economiche e finanche i cambi di profilo.
I vertici politici e gestionali di via Balbo hanno il dovere di dare immediatamente corso al pagamento del “fondino” in questione, utilizzando - se necessario - la medesima formula del titpo di quella escogitata ad ottobre scorso, con la delibera n. 632, sottoscritta dal direttore centrale del personale, per erogare ricche indennità a un manipolo di dirigenti dell’Istituto, al quale il pagamento è stato disposto “nelle more” dell’accordo sindacale che, a tutt’oggi, non è stato sottoscritto.
Al presidente facente funzioni e al direttore generale reggente, che, pur essendo i membri titolari della delegazione Istat, non si sono mai visti al tavolo della trattativa, delegando il direttore del personale, Antonino Costantino (di recente confermato nell’incarico per un triennio) e il direttore centrale Manlio Calzaroni, Usi-Ricerca chiede, prima che escano di scena, un atto risolutivo, nel pieno rispetto della legge, che sblocchi una situazione determinata da una trattativa condotta nel peggiore dei modi dai loro delegati e, evidentemente, da loro stessi avallata.
Se ciò non avverrà, Usi-Ricerca supporterà i lavoratori in ogni e qualsiasi azione di responsabilità nei confronti di quanti, a vario titolo, hanno determinato un tale inaccettabile stato di cose, che arreca danni patrimoniali al personale, la cui busta paga continua a essere falcidiata pesantemente dal blocco dei contratti in vigore da cinque anni.