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Venerdì, 17 Mag 2024

La sessione di 50 frustate che doveva essere inflitta il 6 febbraio 2015 al blogger saudita Raif Badawi non ha avuto luogo. Si è trattato del quarto rinvio consecutivo, dopo che il 9 gennaio il prigioniero era stato sottoposto alla prima serie di frustate.

Nel settembre 2014, Raif Badawi è stato condannato a 10 anni di carcere e a 1000 frustate per aver “offeso l’Islam” attraverso i contenuti del suo forum online, “Liberali dell’Arabia Saudita”.

All’inizio del 2015 le autorità saudite avevano stabilito che le frustate sarebbero state somministrate in pubblico a Gedda, 50 alla settimana per 20 settimane, ogni venerdì al termine della preghiera.

Il nuovo re saudita ha annunciato la concessione di una grazia e il ministero dell’Interno ha stabilito i criteri per poterne beneficiare. Al momento non risulta che tra i beneficiari vi sia Raif Badawi.

Amnesty International ha inoltre appreso che il caso di Raif Badawi è stato sottoposto da parte della Corte suprema alla Corte d'appello di Jeddah il 3 febbraio. Altre informazioni circa i dettagli di questo trasferimento non sono stati resi disponibili. La Corte suprema potrebbe confermare la condanna e la pena, o potrebbe chiedere un nuovo processo ribaltando la sentenza e la condanna o presentare osservazioni e raccomandazioni. Le autorità saudite non hanno ancora fatto una dichiarazione ufficiale sul caso, nonostante l'indignazione internazionale. Ma fino a quando la condanna alla fustigazione e al carcere rimarrà in vigore, Raif Badawi sarà sempre a rischio di fustigazione e sconterà la condanna a 10 anni di carcere.

Il 5 febbraio Amnesty International Italia ha manifestato, come ogni giovedì dall’inizio del 2015, di fronte all’ambasciata dell’Arabia Saudita a Roma per chiedere la fine delle frustate e la scarcerazione immediata e incondizionata di Badawi. All’iniziativa hanno aderito Articolo 21, la Federazione nazionale della stampa italiana, Un ponte per…, la rivista Confronti, Medici contro la tortura, Rete per la pace, Associazione per la pace in Palestina e Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento europeo.

Firma l'appello per Raif Badawi

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