Colpire con armi pesanti e con barili bomba aree popolate da civili è un crimine di guerra. Tutti gli attacchi di questo tipo devono essere fermati immediatamente. Tutte le parti in conflitto devono prendere ogni precauzione possibile per ridurre al minimo i danni ai civili" - ha aggiunto Sahraoui.
"Per la popolazione civile va sempre peggio: siamo senza acqua, senza cibo, senza medicinali" - ha detto ad Amnesty International un abitante di Yarmouk.
Nel campo rimangono assediati circa 18.000 civili. Quasi due anni di brutale assedio da parte del governo, dal luglio 2013, hanno causato una devastante crisi umanitaria. Da luglio 2013 a marzo 2014 sono morte almeno 194 persone, soprattutto per denutrizione e assenza di cure mediche.
Un attivista di Yarmouk ha comunicato ad Amnesty International che altri due civili sono morti di fame questa settimana."La dimensione della sofferenza e della disperazione a Yarmouk è inimmaginabile. Tutte le parti in conflitto devono garantire immediato accesso alle agenzie umanitarie per venire incontro alle necessità della popolazione civile e aiutare coloro che vogliono lasciare il campo per raggiungere zone più sicure" - ha concluso Sahraoui.
L'entrata dello Stato islamico a Yarmouk, avvenuta il 1° aprile, sarebbe stata facilitata da Jabhat al-Nusra, un gruppo armato i cui combattenti erano già presenti nel campo e si stavano scontrando con altri gruppi tra cui Aknaf Beit al-Maqdis, che si ritiene vicino all'organizzazione palestinese Hamas, e Jaish al-Islam. Alcuni abitanti hanno riferito che tre combattenti palestinesi sono stati decapitati dallo Stato islamico dopo essere stati catturati.
Prima del 2011, Yarmouk era il più grande campo per rifugiati palestinesi della Siria e ospitava anche molte migliaia di cittadini siriani.