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Martedì, 16 Apr 2024

Il 12 marzo scorso, è venuto improvvisamente a mancare, colto da un infarto a soli 69 anni, una delle figure più innovative della sanità privata italiana, una di quelle persone illuminate capaci di sanare con la propria attività e creatività le tante carenze del servizio pubblico: Luigi Amadio, direttore generale della Fondazione Santa Lucia di Roma.

L’Istituto sull'Ardeatina, nato nel 1960 con la denominazione “Centro residenziale Oasi” per assistere i neuromotulesi della seconda guerra mondiale, dal 1972, sotto la sua guida, è diventato poi “Centro Residenziale Clinica Santa Lucia” con un impegno crescente, a partire dal 1980, nel settore delle neuroscienze, fino a divenire, nel 1992, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), tra i più accreditati in Italia nel campo della ricerca neurologica.

Grazie a lui, quello che era un piccolo centro è diventato un campus, sede dei corsi di laurea in fisioterapia, infermieristica e logopedia dell'Università di Tor Vergata e della scuola di specializzazione in neuropsicologia dell'Università La Sapienza, oltre che di tirocini post-laurea per psicologi e tirocini formativi nell’ambito delle Scuole di Specializzazione in Medicina di diversi Atenei italiani. Dal 2005, poi, la Fondazione Santa Lucia ha aperto il Centro europeo di Ricerca sul Cervello. in collaborazione con università e centri di Ricerca sia in Italia (Fondazione Ebri-Rita Levi Montalcini e Cnr) che all’estero.

Nel 2014, l’Impact Factor normalizzato della produzione scientifica della Fondazione ha raggiunto 2.112,50 punti, portandola ad essere il migliore Irccs italiano nell’ambito delle Neuroscienze.

Al contempo, quella che era una piccola clinica riabilitativa oggi è una struttura avveniristica, con circa 1.000 dipendenti per 300 posti letto per neuro-riabilitazione ad alta specializzazione in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. Un reparto dedicato alla riabilitazione pediatrica, che ogni anno assiste oltre 300 bambini e 60 laboratori di ricerca distribuiti tra il campus di via Ardeatina a Roma e il vicino Centro Europeo di Ricerca sul Cervello (Cerc).

La Fondazione è oggi ospedale ad alta specializzazione di rilievo nazionale dove più che al profitto si mira ad un’assistenza che, a uno standard di livello tecnico elevato, accompagna sempre anche l'attenzione alla singola persona in un momento particolarmente difficile quale può essere quello dell'insorgenza di una malattia neurodegenerativa o dopo un grave incidente particolarmente invalidante. Per ognuno c'è la sua specifica cura del corpo e dell'anima e, a differenza di ospedali dove si viene dimessi al più presto, qui si arriva a seguire anche per anni pazienti affetti da deficit fisici e cognitivi.

Nulla viene trascurato, persino nella cura del luogo ed, in particolare, del giardino, curato in prima persona dallo scomparso manager. Insomma, un'attenzione al benessere del malato e dei suoi familiari, che difficilmente si può riscontrare nella sanità pubblica italiana e, tanto meno, in quella privata.

E, per qualcuno, Amadio si è adoperato persino affinché dopo la riabilitazione potesse essere riavviato nel mondo del lavoro.

Un'attenzione al reinserimento dei disabili che ha portato Amadio a fondare, in concomitanza con i Giochi Internazionali per Paraplegici disputati a Roma, una squadra di pallacanestro con atleti in carrozzina che, in pochi anni, è arrivata a giocare in tutto il mondo e a vincere tre Coppe d’Europa, ventuno scudetti e dodici Coppe Italia. Una squadra che è a tutt'oggi la formazione più blasonata d’Italia e la quarta nel ranking del basket europeo in carrozzina dell’International Weelchair Basketball Federation, di cui Amadio è stato Segretario Tesoriere per l’Europa dal 1991 al 1999. Nel 2016, con un gesto di grande generosità, Amadio ha ceduto gratuitamente le quote del Santa Lucia Basket ai suoi giocatori.

Alla Fondazione Santa Lucia Amadio era riuscito a portare la ricerca d'avanguardia insieme alla filosofia orientale, alla cultura millenaria cinese con la sua medicina, le arti marziali e la meditazione, stringendo un accordo di collaborazione con l’associazione italiana “Shaolin Quan fa”, per l’utilizzo di antiche metodiche di allenamento per la riabilitazione.

Un gioiello, la Fondazione Santa Lucia, a parole molto apprezzato dal mondo politico ma poco nei fatti. Convenzionata con il servizio sanitario nazionale, in più di un'occasione i ritardi e i tagli nei pagamenti l‘avevano messa in crisi; da ultimo la scorsa estate, quando Amadio dichiarava «i soldi attesi dalla Regione Lazio arrivano tardi e sono inadeguati rispetto alla complessità delle prestazioni erogate ed il rischio di naufragare c'è. Un’ esposizione di 90 milioni di euro di debiti, di fatto crediti non pagati al Santa Lucia, anche dalla Regione Lazio, negli anni. Circa 1000 dipendenti, che ad oggi hanno la priorità assoluta sui pagamenti, ma che presto, potrebbero non dormire sonni tranquilli».

La Regione Lazio, infatti, per dieci anni non ha pagato regolarmente, nonostante i debiti pregressi fossero stati stabiliti con sentenze del Consiglio di Stato. Una situazione che faceva concludere ad Amadio «Per il presente ed il futuro non c’è adeguatezza, sono state stabilite delle tariffe standard, sproporzionate per i nostri livelli, per il lavoro di equipe che viene fatto su ogni singolo paziente ed ora non ce la facciamo più. Vogliono dequalificarci, ma noi non possiamo rinunciare ai nostri standard, non possiamo ricevere il 50% dei costi effettivi, come se facessimo una riabilitazione ortopedica invece che di alta specializzazione».

I tavoli con la Regione Lazio, per l’attività di neuroriabilitazione svolta in convenzione con il Servizio Sanitario Regionale, da allora ancora non si sono chiusi: una situazione di incertezza che certamente ha pesato sulla salute di Amadio.

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