Giornale on-line fondato nel 2004

Sabato, 13 Dic 2025

Sono postumo di me stesso. Potere, Vaticano, donne, inferno e paradiso negli aforismi di Giulio Andreotti, a cura di Massimo Franco, Editore Mondadori, Milano, 2013, pp. 110, euro 10.

Recensione di Roberto Tomei

Ormai fa caldo e mi sembra opportuno segnalare un libro per le vacanze, da sano relax, buono sia per il mare che per la montagna. Di quelli, insomma, che si possono tranquillamente lasciare e riprendere a piacimento, senza conseguenze di sorta per il lettore.

E’ questa, infatti, la caratteristica tipica di tutti i libri di aforismi, espressione suprema del pensiero breve ma fulminante. Quello che si segnala è il libro degli aforismi di Giulio Andreotti, il politico che più di ogni altro è stato l’emblema della Prima Repubblica. Il curatore, Massimo Franco, notista politico e inviato del Corriere della sera, li ha raccolti suddividendoli per gruppi tematici. Alcuni di essi sono talmente noti da essere ormai entrati nell’uso comune, essendosi quasi trasformati in proverbi. Pensiamo, ad es., al famoso “il potere logora chi non ce l’ha”. Altri non sono così noti, ma risultano comunque non meno brillanti ed efficaci. Tra questi, quello che mi ha colpito di più testualmente recita: “il potere è non avere un capufficio”.

Se Orazio predicava il culto dell’aurea mediocritas, Andreotti si può considerare l’alfiere dell’aurea medietas, convinto com’è che “siamo tutti medi peccatori”, compreso lui, che si definisce di statura media, però con la coscienza “di non vivere tra giganti”. Sempre in questa medietas rientra la scelta di non dire bugie, ma soltanto “verità parziali”. E si potrebbe continuare così a lungo, ma non mi sembra giusto insistere a riportare gli aforismi del divo Giulio, perché voglio lasciare al lettore la sorpresa e il gusto di assaporarli da solo.

Andreotti non è stato un profeta politico, come De Gasperi, suo maestro e anima della ricostruzione postbellica, né un grande ideologo, come Moro, l’ideologo del compromesso storico. La sua era una filosofia spicciola, con uno spiccato senso della relatività della morale, dalla quale traspare una profonda conoscenza degli uomini, quanto meno degli italiani, che Andreotti stesso ha contribuito non poco a forgiare, per come sono stati e ancora sono.

Certo, vedendo come vanno oggi le cose, sono in tanti (in Italia ma anche in Vaticano, di cui era “cardinale esterno”) a provare addirittura un certo rimpianto per Andreotti. Se non altro perché le cose lui non solo le sapeva, ma le sapeva pure raccontare. (Roberto Tomei)

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI

empty alt

L’Opec sul petrolio gioca al ribasso

Sembra che l’Opec sia tornata al passato, ai primi anni Dieci del nuovo secolo, quando...
empty alt

UniPi celebra il bicentenario della istituzione della cattedra di Egittologia

A Pisa 200 anni fa, per la prima volta al mondo, l’Egittologia faceva il suo ingresso in un’aula...
empty alt

Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2025: il ruolo delle scienziate

Diverse donne di scienza, in epoche e discipline differenti, hanno unito ricerca e impegno per i...
empty alt

“L’ombra del corvo”, film struggente, inquietante, a tratti spaventoso

L’ombra del corvo, regia di Dylan Southern, (titolo originale The Thing with Feathers, tratto dal...
empty alt

La seconda missione dell’ivacaftor, farmaco finora attivo contro la fibrosi cistica

Nel mondo della medicina di precisione l’ivacaftor, uno dei primi farmaci approvato contro la...
empty alt

Anci e Legambiente al Governo: stanziare maggiori fondi per demolizione immobili abusivi

Come emerge dall’indicatore sull’abusivismo edilizio curato dall’Istat in collaborazione con il...
Back To Top