Penelopea. La regina di Itaca, di Tatiana Cavola – Ed. Albatros, luglio 2020 – pp. 277, euro 14,90.
Quanti tra i lettori hanno una certa età, come chi scrive, ricorderanno la trasmissione radiofonica Le interviste impossibili andata in onda negli anni '74 e '75, scrittori e intellettuali intervistavano personaggi storici (in grande prevalenza maschili, su 82 solo una decina erano donne che non avevano certo lasciato un buon ricordo di sé) interpretati da grandi attori.
Ebbene, l'incipit di quest'opera prima a firma della giovane e promettente Tatiana Cavola ci ricorda quelle interviste, Io parlante è Penelope, la moglie di Ulisse, re di Itaca che Omero ci descrisse con un punto di vista tutto maschile come sposa fedele e paziente nell'Odissea.
In Penelopea. La regina di Itaca scopriamo, invece, cosa rara in una cultura patriarcale come quella greca antica, una donna forte, in grado di governare e di traghettare il suo regno verso una solida crescita economica favorendo l'immigrazione da altre isole, tutt'altro che la donna intenta fare e disfare una tela in attesa del ritorno dell'amato Ulisse.
Anche quest'ultimo appare ben diverso dal personaggio descrittoci da Omero nel poema omerico, la sua leggendaria astuzia appare strumentale ad infimi scopi di potere, è un Ulisse meschino e vile, un uomo gretto ed ignorante, tipico esponente di una cultura pastorale e patriarcale.
Quanto poi all'amore, fra i nostri protagonisti non ve ne è proprio, il loro matrimonio è per il Re di Itaca il mezzo per stringere un'alleanza con Sparta, mentre per Penelope si è trattato, come avveniva sempre a quel tempo e, purtroppo, talvolta anche oggi, di subire una decisione paterna.
La donna, all'epoca, era considerata poco più che una merce di scambio, la sua volontà non aveva alcun peso.
Una rilettura in chiave femminista della regina di Itaca e del suo consorte Ulisse che già altre autrici - a partire Silvana La Spina, che nella sua Penelope ci descrive una donna stuprata, usata e contesa; passando per Margaret Atwood, che ne Il canto di Penelope, ci mostra una donna solidale alle sue ancelle; fino a Marilù Oliva con L'Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre - hanno scritto opere da cui emerge un ritratto molto attuale di donna intraprendente e anticonformista e quello di Ulisse come di un uomo meschino e fedifrago come, ahimè, ve ne sono ancora tanti.
Adriana Spera