Elvis, regia di Baz Luhrmann, con Austin Butler, Tom Hanks, Helen Thomson, Richard Roxburgh, Olivia DeJonge, Luke Bracey, David Wenham, Kelvin Harrison Jr., Xavier Samuel, Kodi Smit-McPhee, Dacre Montgomery, Leon Ford, Kate Mulvany, Jay Chaydon, Charles Grounds, Josh McConville. Sceneggiatura di Sam Bromell, Baz Luhrmann, Craig Pearce, Jeremy Doner; Fotografia: Mandy Walker; Montaggio: Matt Villa, Jonathan Redmond; Genere: Biografico, Musicale; USA, Australia 2022; Durata 159'; Distribuito da Warner Bros Italia; Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13.
Recensione di Anna Sofia Caira
La pellicola narra la vita del celebre Elvis Presley. Il film ha ottenuto otto candidature ai premi Oscar 2023, senza però ottenere nessuna statuetta. Austin Butler, per aver interpretato il mitico Elvis ha ottenuto la sua prima candidatura come miglior attore protagonista. È straordinario il lavoro svolto dall’attore: si è calato perfettamente nel ruolo, imitandone in modo magistrale le iconiche mosse, perfino la voce profonda, che le ultime interviste dimostrano che ormai ha fatto completamente sua.
Il film si incentra soprattutto sul rapporto tra il cantante e il suo manager, il colonnello Tom Parker (un irriconoscibile Tom Hanks), voce narrante della storia. Un uomo ambiguo a cui però viene riconosciuto il merito di aver portato al successo quel giovane e talentuoso cantante di Memphis, che avrebbe per sempre cambiato la storia della musica e forse dell’America in generale.
Buz Luhrmann ci porta nello scintillante e frenetico mondo di Elvis, attraverso un ritmo rapido e serrato: dall’ascesa esorbitante, fino alla prematura morte. All’inizio Elvis è mostrato di spalle, misterioso e affascinante, fino a quando voce e corpo esplodono sullo schermo, in un tripudio di sensualità e di ritmo espressi attraverso i suoi celebri movimenti. La sua danza proibita ed eccessiva, che eccita il pubblico femminile e scandalizza i perbenisti. La sua storia è la storia dell’America dagli anni Cinquanta ai Settanta: la perdita dell’innocenza, la violenza e tutte le contraddizioni di un Paese non troppo diverso da quello che è oggi.
La centralità musicale di Memphis ha un ruolo assolutamente fondamentale: l’influenza del rhytm and blues ascoltato durante le funzioni religiose nel ghetto nel quale è cresciuto sono ciò che hanno reso la sua musica così indimenticabile. La pellicola racconta poi del problema con chi vedeva in quell’energia sessual-musical un pericolo per la supremazia bianca, il rapporto con la madre e l’incontro con Priscilla, colei che diventerà sua moglie. Emerge così un caotico ritratto della figura mastodontica che è stata Elvis Presley.
Anna Sofia Caira
Critica cinematografica