Gli Spiriti dell'Isola, regia di Martin McDonagh, con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan, Pat Shortt, Gary Lydon, Sheila Flitton, Jon Kenny, David Pearse, Aaron Monaghan; Sceneggiatura: Martin McDonagh; Fotografia: Ben Davis; Montaggio: Mikkel E.G. Nielsen; Musiche: Carter Burwell; Genere: Commedia, Drammatico; Irlanda, Gran Bretagna, USA, 2023; Durata: 114'; Distribuito da Walt Disney; Nelle sale dal 2 febbraio 2023; Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13.
Recensione di Anna Sofia Caira
Gli Spiriti dell’Isola (The Banshees of Inisherin) è un film del 2022, scritto e diretto da Martin McDonagh. Ha ottenuto il maggior numero di candidature ai Golden Globes 2023, ben otto, e nove candidature ai premi Oscar 2023. La pellicola è stata presentata in concorso alla 79esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove è stata accolta dal pubblico e dalla critica molto positivamente. In particolar modo, è stata lodata l’interpretazione di Colin Farrell, che difatti ha ottenuto la sua prima candidatura come miglior attore protagonista e il Golden Globes come miglior attore in un film commedia.
Farrell interpreta Pándraic, l’ingenuo mandriano che trascorre la sua umile vita nell’immaginaria isola irlandese di Inisherin. È il 1923 e la Guerra civile irlandese sta per terminare. Nel frattempo Pàndraic scopre che il suo migliore amico, il violinista Colm (Brendan Gleeson), con cui trascorreva del tempo ogni giorno al pub, non vuole più avere niente a che fare con lui. Non c’è un apparente motivo per questa brusca decisione e Pándraic non riesce ad accettarlo.
A Pándraic rimangono sua sorella Siobhán (Kerry Condon), qualche amico del pub, e l’insospettabile amicizia con il giovane Dominic (Barry Keoghan), un ragazzo che tutta l’isola conosce a causa del suo ritardo mentale. Ha poi i suoi animali, in modo particolare l’affettuosa asina Jenny. Ma è disposto a tutto per recuperare l’amicizia con Colm, il quale, però, tenta in tutti i modi di fargli capire che non vuole perdere tempo con una persona che, per quanto gentile, reputa tremendamente noiosa. Colm ha pochi anni davanti e vuole trascorrerli a comporre la sua musica.
La solitudine ha incattivito gli abitanti dell’isola, suggestionati dalle leggende, annoiati dalla monotonia, che per anni hanno ignorato la guerra civile sulla terraferma ma che adesso si trovano a fare i conti con una guerra tra due uomini che un tempo erano migliori amici.
Gli Spiriti dell’Isola è una commedia grottesca, con una sceneggiatura serrata che coinvolge dall’inizio alla fine. Ridiamo di fronte all’imprevedibilità e l’assurdità di alcune decisioni, ma allo stesso tempo, quando gli eventi precipitano, la commedia assume i tratti di una tragedia. Tutto nell’isola è drammaticamente statico e sempre uguale e la splendida fotografia rende perfettamente l’immobilità di esistenze noiose e annoiate.
Colm vorrebbe dare un senso alla propria esistenza, e per farlo sente di doversi liberare della compagnia di persone come Pàndraic, che il senso della propria vita lo ha già trovato, con i suoi animali e la sua monotonia. Ma quando anche quest’ultima viene compromessa, la vendetta diverrà necessaria. Quello che i due uomini non riescono a dirsi a voce, se lo dicono attraverso gesti estremi e irrazionali, attraverso la violenza inflitta o autoinflitta, con espressioni che poi rivelano in realtà un profondo affetto.
Martin McDonagh, dopo Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, ritorna a fare centro con un film per nulla banale, che racconta con un umorismo intelligente e con estrema delicatezza la storia di un’amicizia.
Anna Sofia Caira
Critica cinematografica