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Sabato, 27 Lug 2024

Le otto montagne locandina ID 6911Le otto montagne, film scritto e diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Filippo Timi, Elena Lietti, Gualtiero Burzi, Elisa Zanotti; Drammatico; durata 147’; Italia, Francia, Belgio 2022; Produzione: Louis Tisné, Hans Everaert, Mario Gianani; Sceneggiatura: Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch, Paolo Cognetti; Fotografia: Ruben Impens; Montaggio: Nico Leunen; Musica: Daniel Norgren; Scenografia: Massimiliano Nocente; Suono: Alessandro Palmerini; Effetti: Paolo Galiano, Jacopo Galiano; Trucco: Sara Jmili; Distributo da Vision Distribution; disponibile dal 15 maggio su Sky e Now Tv.

Recensione di Anna Sofia Caira

Le otto montagne, tratto dall’omonimo romanzo del 2017 di Paolo Cognetti, vincitore del “Premio Strega”, ha da poco ottenuto quattro David di Donatello, tra i quali quello per il Miglior film, oltre che nelle categorie Miglior sceneggiatura non originale, Miglior autore della fotografia e Miglior suono.

Per il ruolo rispettivamente di Pietro e di Bruno, Alessandro Borghi e Luca Marinelli hanno entrambi ricevuto una candidatura per il Miglior attore protagonista. È, infatti, straordinario il lavoro che i due attori hanno impiegato per il personaggio, in modo particolare Alessandro Borghi, che si è calato in maniera impressionante nel montanaro Bruno, con il suo marcato accento delle Alpi.

E’ la storia di un’amicizia, della fratellanza tra Pietro e Bruno, che si conoscono da bambini, da quando il padre di Pietro, Giovanni (Filippo Timi), insieme alla madre Francesca (Elena Lietti) decidono di trascorrere le estati in un villaggio montano, lontano dalla vita frenetica in città, a Torino.

È in questo paesino sperduto, in via di abbandono, tra le Alpi della Valle d’Aosta, che Pietro inizia a trascorrere del tempo con Bruno, alla scoperta di luoghi magici e incontaminati. Il padre di Pietro, nei pochi giorni che riesce a vivere lontano dalla città che detesta, coinvolge entrambi i ragazzi nell’alpeggio in quota, la sua più grande passione. Il padre di montagna è diverso dal padre di città, così come il Pietro che conosce Bruno è il vero Pietro, diverso da quello che è con gli altri a Torino.

Anni di separazione non scalfiscono la profonda amicizia che i due, ormai uomini, hanno costruito tra i sentieri, i ruscelli e le montagne imponenti. Sarà la morte del padre di Pietro a riavvicinarli e a riportare Pietro in alta quota, dove dovrà necessariamente fare i conti con il proprio passato per poi riscoprire se stesso.

Felix van Groeningen ha scelto di restringere il formato della pellicola a 4:3, con riprese quadrate per restituire lo sviluppo verticale della montagna. Una scelta che sicuramente limita l’aspetto visivo del paesaggio, protagonista dirompente della storia, ma che risulta in fin dei conti estremamente logica e funzionale. Infatti, il film rimane visivamente affascinante, con i suoi primi e primissimi piani e, soprattutto, attraverso campi lunghi e totali, che mostrano il profondo contrasto tra gli uomini minuscoli in confronto alla natura sconfinata.

Il silenzio, nella sua portata anche simbolica, si impone nel film. il silenzio tra il padre e il figlio e tra Bruno e Pietro. Il silenzio imposto durante le salite, nel corso delle quali ai due bambini non è concesso parlare, ma solo ammirare il paesaggio che la montagna offre loro. Ma è anche l’amore incondizionato nei confronti della montagna, il desiderio di andarsene e la voglia di tornare, che il film ci racconta con estrema delicatezza.

Le otto montagne è un film potente e commovente, memorabile per aver riportato al cinema la coppia Borghi e Marinelli, ma soprattutto straordinario per essere riuscito a restituire la riflessione sottile elaborata nel libro, su un’intera vita di due uomini così diversi tra loro eppure complementari. Due amici che si ritrovano in alta quota, lontani dal resto del mondo, che si salvano a vicenda e che affrontano gli stessi dolori in modo completamente opposto. Infatti, mentre Pietro decide di andarsene, Bruno sceglie di rimanere.

anna sofia caira 130x130Anna Sofia Caira
critica cinematografica
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