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Venerdì, 26 Apr 2024

Che l’Ingv, al pari di molti altri enti di ricerca, non navighi nell’oro, è noto a tutti coloro che hanno a cuore le sorti di un ente che certamente ha vissuto, fino a un lustro fa, periodi migliori.

Ma la situazione attuale dell’ente di via di Vigna Murata - al di là di una sempre maggiore attenzione che la stampa (quella con la lettera maiuscola e non di certo il nostro piccolo notiziario) allo stesso riserva, in particolare con vicende che nulla o quasi hanno a che fare con la Scienza – potrebbe complicarsi ulteriormente.

Nell’ultimo cda, quello tenutosi due giorni fa, con ben 31 punti all’ordine del giorno - tra i quali il “Regolamento per la concessione del patrocinio Ingv”, forse per evitare futuri scivoloni come quello sull’affinamento dei vini all’Osservatorio Etneo di Catania - ve ne era anche un altro che, dal punto di vista finanziario, vale più di 9 milioni di euro, e riguarda un incredibile contenzioso con una società (Sviluppo Pisa srl, interamente della Pisamo spa, a sua volta posseduta dal Comune di Pisa), tuttora proprietaria di un immobile per una superficie complessiva di 3000 mq., realizzato nel Progetto “Sesta Porta”, che lo stesso Ingv nel 2009 si era impegnato ad acquistare (salvo, a distanza di qualche anno, fare marcia indietro), per ivi trasferire la sezione Pisana dell’ente.

Il punto 12 del citato ordine del giorno prevedeva, infatti, “Valutazione ipotesi transattiva contenzioso con la società Pisamo”, contenzioso - va precisato - ereditato dalla precedente gestione ed oggetto di ben 3 cause, tuttora in corso.

La nuova amministrazione dell'ente, forse perché resasi conto delle conseguenze in caso di un esito sfavorevole dei predetti contenziosi, avrebbe deciso di esplorare la via dell'accordo bonario con la controparte e, per questo, ha chiesto all'Agenzia delle Entrate di stimare il valore di una porzione dell'immobile in questione, 1370 mq. anziché i 3000 originari, superficie che la società proprietaria, al fine di chiudere l'annosa querelle, a settembre 2014 si era dichiarata disponibile a ridurre, con conseguente contrazione del prezzo complessivo pattuito: 5,1 milioni anziché 9. In alternativa, la stessa società era pronta a concedere in locazione l'immobile de quo ad un canone annuo di 325 mila euro, più iva, ovvero in locazione con riscatto, ad un canone annuo di 360 mila euro, sempre più iva, da detrarre in caso di riscatto.

E' accaduto però che, sempre la vecchia gestione dell'ente, a gennaio del 2015 ebbe a replicare con una nota alla proposta della società pisana, dichiarandosi disponibile sì ad acquistare l'immobile da 1500 mq. ma al prezzo complessivo di 3,3 milioni, iva compresa, ricevendo, però, a stretto giro, un netto rifiuto.

Ora, in vista della ripresa delle ostilità in Tribunale, fissata per domani, la nuova amministrazione, forse per cercare di disinnescare la "bomba", che potrebbe far saltare i conti dell'ente, ignorando del tutto il contenuto della predetta nota Ingv di gennaio 2015, a firma dell'ex presidente dell'ente, ha riesumato la proposta della società Sviluppo Pisa di settembre 2014, sottoponendola per il parere di congruità all'Agenzia delle Entrate, in particolare per quanto attiene alla locazione con riscatto.

Ma, se l'operazione andasse in porto, come sono in tanti ad auspicare, soprattutto il personale della sede di Pisa, ci sarebbe una ulteriore complicazione, e non di poco conto, che era stata evidenziata proprio dal Foglietto, in un articolo del 14 gennaio scorso.

Infatti, mentre le controversie giudiziarie facevano, seppure con scarsa speditezza, il loro corso, l’Ingv – al fine di assicurare comunque un tetto ai propri dipendenti operativi nella città della Torre pendente – ha rinnovato il contratto di locazione dell’attuale sede (750 mq., più 100 di giardino) di via della Faggiola Uguccione n. 32, per un altro sessennio (dal 1° novembre 2015 al 31 ottobre 2021), al canone mensile di 13.000 euro (159 mila annui) per i primi tre anni, durante i quali lo stesso Ingv non potrà risolvere anticipatamente il contratto stesso.  

Ne consegue che un eventuale accordo con la soc. Sviluppo Pisa, che comporti l’acquisizione dei nuovi locali da parte dell’Ingv, non esonererebbe l’ente dal pagare comunque almeno 300 mila euro al proprietario dell’attuale sede, per l’impossibilità di risolvere la locazione prima della fine del 2018.

Se invece il Tribunale dovesse accogliere in pieno le richieste della predetta società prima di un eventuale accordo sia sulla superficie che sul prezzo, l'Ingv sarebbe costretto ad acquistare 3000 mq. e non 1370, con un esborso di 9 milioni di euro, ai quali andrebbero ad aggiungersi le spese legali e i canoni di locazione dell'attuale sede fino a tutto il 2018.

Staremo a vedere come e quando sulla vicenda, di cui a più riprese si è occupato Il Foglietto, e dalla quale potrebbero conseguire anche danni erariali, calerà il sipario e quando il personale potrà finalmente avere una nuova sede.

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