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Sabato, 13 Dic 2025

Sono oltre 30mila i migranti morti negli ultimi 15 anni nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, 2800 di cui circa 700 bambini e ragazzi nel 2017, oltre 1.000 in questi primi sei mesi nonostante la diminuzione considerevole delle partenze.

Un genocidio che lascia sempre più indifferente, anzi insofferente la ricca Europa, Italia compresa, che conta milioni di emigrati e di oriundi in tutto il mondo.

Ma si sa, siamo in un’epoca di smemorati e quando si perde la memoria della propria storia tutto può succedere.

Si riaprono le pagine più buie.

Per questo, per ricordare anche ai tanti xenofobi che ci circondano questa strage continua, le associazioni Libera, Gruppo Abele, Arci, Legambiente e Arci lanciano per sabato 7 luglio l’iniziativa “indossiamo una maglietta rossa per un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà”.

Una maglietta rossa, perché “Rosso è il colore che ci invita a sostare. – ci ricordano le associazioni nel loro appello a mobilitarci – Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Aylan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori”.

Bambini che muoiono, “mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini”.

Mobilitiamoci perché la vita, anche di un solo bambino di qualsiasi colore, religione, nazionalità essa sia vale più degli interessi elettorali di qualche demagogo, vale il futuro di tutti noi.

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