Forse è vero, come amano ripetere anche gli statistici, che l’incertezza è qualcosa su cui si può sempre contare. Sia come sia, sta di fatto che da un paio di settimane l’incertezza aleggia persino sull’Istat stesso, l’ente statistico nazionale rimasto orfano del rappresentante legale, poiché il finora presidente Giorgio Alleva dal 30 agosto scorso non c’è più e quello che dovrà sostituirlo non c’è ancora, dato che il Governo non ha provveduto a nominarlo.
Magari al Ministero competente, quello della Pubblica Amministrazione, ora affidato a una nota penalista, stanno lavorando alacremente per colmare una sì grave lacuna, ma di certo nulla è sinora trapelato su call di aspiranti e nomi di papabili.
In un primo momento, si era parlato di un docente vicino alla Lega, quindi si è avuta notizia, via Internet, di un vasto programma riformatore dell’attività statistica proposto da un altro docente, aspirante all’alto scranno di via Balbo.
Ormai da giorni regna però il silenzio e c’è persino chi sospetta che si vada verso la soluzione originale, del tutto innovativa, di una statistica acefala, con un risparmio di 240mila euro l’anno, da destinare alla flat tax, al reddito di cittadinanza et similia.
Sul “vuoto statistico” tace persino l’Europa, dove pure esiste un organismo, l’Esgab (da non confondere con l’Airbag), lato sensu deputato a infondere fiducia nelle statistiche del vecchio continente. Analogo atteggiamento di sostanziale indifferenza hanno assunto persino i giornaloni nazionali, tra i quali c’è anche chi da tempo si è provvisto di uno statistical editor.
Possibile che la notte della statistica ufficiale non interessi proprio a nessuno!?!