Eva Mameli Calvino, laureata in matematica e in scienze naturali, fu naturalista botanica e viaggiatrice.
«La maga buona che coltiva gli iris» come la chiamava il figlio Italo Calvino era una donna colta e avventurosa. Nata in una nobile famiglia di Sassari, Eva Mameli (1886-1978) si laureò in Matematica a soli 19 anni, in Scienze naturali a 21 e a 29 anni diventò la prima donna a ottenere la libera docenza in Italia, insegnando Botanica all’Università di Pavia.
Il filo conduttore della sua vita fu la ricerca, non solo nella scienza, ma anche come spinta intellettuale che la portò a viaggiare e ad accettare, nel 1920, la proposta di matrimonio di Mario Calvino (1875-1951), intellettuale, botanico e agronomo.
Oltre alle nozze, Calvino le propose di trasferirsi a Cuba, una scelta che per Eva comportava l’abbandono della sicurezza e del prestigio sociale che aveva raggiunto a Cagliari grazie al suo ingresso nel mondo accademico.
La sua decisione di sposarsi e di partire per l’isola caraibica fu il punto di svolta della sua vita. La coppia si stabilì a Santiago de Las Vegas dove nel 1923 nacque il primo figlio, Italo.
All’interno del Dipartimento di Botanica della Stazione Sperimentale, Eva studiò semi e piante che in Italia non aveva mai visto. L’empatia verso l’isola e le popolazioni locali fecero sì che durante la sua permanenza, oltre all’attività di ricerca, si prodigasse nella costruzione di scuole, nell’insegnamento e nella divulgazione, attraverso la pubblicazione di riviste specialistiche.
Nel 1925 i coniugi Calvino tornarono in Italia, si stabilirono a San Remo dove si dedicarono alla nascente Stazione sperimentale di floricoltura “Orazio Raimondo”. e dove due anni dopo nacque il secondo figlio, Floriano.
Durante la seconda Guerra Mondiale, Eva e Mario «amanti delle sfide scientifiche e civili», mentre i due figli salivano in montagna per combattere nella Resistenza, offrirono asilo ai partigiani e nascosero alcuni ebrei, ragione per la quale Mario Calvino trascorse quaranta giorni in prigione ed Eva dovette assistere a due “fucilazioni simulate” del marito da parte dei fascisti.
Nel 1930 la coppia aveva fondato la “Società italiana amici dei fiori” e la rivista «Il Giardino Fiorito», che diresse dal 1931 al 1947. Dopo anni caratterizzati da un costante impegno anche nella divulgazione scientifica, nel 1951, alla morte di Mario, la direzione della Stazione “Orazio Raimondo” passò nelle mani di Eva che la tenne per otto anni.
Visse fino alla fine coltivando i suoi interessi floristici. “La maga buona che coltiva gli iris” morì a San Remo, all’età di 92 anni.
Per approfondire la sua vita e opere: http://www.enciclopediadelledonne.it/bi…/eva-mameli-calvino/
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice su " Donne e scienza", collabora con l'Università delle donne di Milano
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