La capacità di inventare e costruire con le proprie mani alcuni strumenti scientifici: dal bagnomaria di Maria l'Ebrea, all'astrolabio piano di Ipazia, alla macchina fotografica di Rosalind Franklin, è stata una caratteristica comune a molte donne di scienza. Agnes Pockels è una di loro. Pioniera della chimica, era nata a Venezia nel 1862 allora dominio austro-ungarico, da genitori tedeschi e aveva frequentato una scuola femminile in Sassonia, dove le scienze erano ritenute inutili nell'educazione delle ragazze.
Attraverso il fratello Fritz, studioso di fisica teorica, continuò a coltivare la sua passione per la scienza grazie ai libri e agli articoli scientifici che le spediva dall'università. Agnes ne faceva buon uso, tanto da compiere esperimenti e studi nella cucina di casa, un luogo che non poteva lasciare perché doveva prendersi cura dei genitori anziani e malati.
Faceva esperimenti per studiare il comportamento dell’acqua sporca della lavatura dei piatti e progettò e costruì un semplice strumento – noto oggi come il "catino di Pockels" – attraverso cui si poteva verificare l’effetto della presenza di impurità organiche sulla tensione superficiale dei liquidi.
Scrisse al noto fisico britannico Lord Rayleigh per sottoporgli i suoi studi e lo scienziato fu molto colpito dai risultati dei suoi esperimenti che vennero pubblicati sulla celebre rivista "Nature", perchè diventassero patrimonio di tutta la comunità scientifica.
Incoraggiata da Rayleigh, mantenne i contatti con il mondo accademico e pubblicò numerosi lavori anche negli anni successivi alla prima pubblicazione del 1891.
All'età di 71 anni le è stato attribuito un dottorato onorario dalla Technology University of Brunswick perché "il suo lavoro è stato fondamentale per stabilire la disciplina moderna nota come 'scienza delle superfici' che descrive le proprietà delle superfici liquide e solide".
La sua produzione scientifica, purtroppo, fu incostante e discontinua, a causa del gravoso lavoro di cura della famiglia. Per questo, dovette mettere da parte la sua passione per la chimica, fino a diventare invisibile nella scienza, come è successo a molte studiose del passato.
Agnes Pockels morì nel 1935 e fu l'ultima delle scienziate autodidatte.
Per saperne di più sulle scienziate inventrici: “Scienziate nel tempo. 100 biografie", Ledizioni, Milano 2020.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice su " Donne e scienza"
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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