È la Dieta Mediterranea, per il quinto anno consecutivo, il miglior modello alimentare al mondo, sui 35 esaminati. A decretarlo è stata, anche per il 2021, la prestigiosa rivista statunitense U.S. News&World Report.
Il meritato primo posto è stato registrato in ben 5 categorie: mangiare sano; difesa e prevenzione delle malattie coronariche; prevenzione e cura del diabete; componenti a base prevalentemente vegetale; facilità nell’adottare il modello alimentare.
Nella speciale classifica, la Dieta Mediterranea ha prevalso rispettivamente sulla Dieta Dash, sulla Flexariana, su Weight Watchers e su Mayo clinic.
Si tratta di un risultato straordinario, che eleva ulteriormente il valore Universale già assegnato dall’Unesco alla Dieta Mediterranea, e che fa il paio con la dichiarazione ufficiale dell’OMS e della FAO sulla sostenibilità di questo straordinario modello alimentare.
Nei fatti, la Dieta Mediterranea fa bene alla salute, all’ambiente e alla biodiversità ed è sostenibile perché i prodotti che la compongono sono salubri e a basso impatto ambientale e, tra l’altro, riducono lo spreco alimentare e rafforzano le difese immunitarie.
L’Italia, che insieme ad altri sei Paesi detiene il riconoscimento della comunità emblematica individuata in particolare nel Cilento (Campania), stenta a riconoscere questo straordinario modello, come arma formidabile per avviare seriamente un processo di prevenzione primaria, come risposta vera e concreta al dettato dell’art. 32 della Carta Fondamentale.
Al netto della pandemia, tutti gli indicatori sulla Salute dei cittadini italiani individuano nella prevenzione primaria, l’unica via utile per evitare le malattie non trasmissibili, diabete, aterosclerosi, tumori ecc., oltre che oltre a far risparmiare sui costi della sanità.
Un piano di prevenzione primaria, che veda protagonista il modello alimentare e lo stile di vita sano suggerito dalla Dieta Mediterranea, consentirebbe la realizzazione del tanto auspicato miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Non solo, ma rafforzerebbe il sistema immunitario dotandoci di un “vaccino endogeno”, capace di ridurre la nostra vulnerabilità fisica.
Prevenzione primaria e promozione della salute sono le facce di una stessa medaglia, la loro sovrapposizione deve diventare il Must della nostra quotidianità.
La necessita di definire un “patto per la salute” tra la Sanità e il cittadino per coniugare prevenzione primaria e promozione della salute è ormai improcrastinabile.
Un primo approccio in tale direzione potrebbe essere l’inclusione dell’Educazione nutrizionale come materia curriculare, nei piani di studio nelle scuole di ogni ordine e grado.
Se adottata realmente, questa “decisione”, potrebbe rappresentare la risposta più intelligente alla famosa domanda: come si diventa consumatori più consapevoli per guadagnare salute?
Se è vero che, dopo questa pandemìa, nulla sarà come prima, allora ripartiamo da QUI!
Vito Amendolara
Presidente "Osservatorio Dieta Mediterranea"