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Martedì, 23 Apr 2024

di Enzo Boschi*

Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera. La sera ero sempre stanco perché durante il giorno ero impegnato a Bologna dove insegnavo o a Roma dove presiedevo l'Ingv. Dovevo anche visitare le sezioni dell'Istituto in varie città, da Milano a Palermo. Tutto molto bello ma molto stancante.
Adesso ho pochi impegni e quando è sera sono ancora pieno di energia.

Ho cominciato a viaggiare negli spazi virtuali del web. Sono diventato, "modestia a parte", un internauta!

Così ho imparato, visto e sentito cose di cui ignoravo l'esistenza. Ho scoperto anche molte cose su di me: non credevo di essere oggetto di tante discussioni e addirittura di numerosi pettegolezzi. Google ti dice anche quante volte sei citato: nel mio caso circa 63.000 volte! Decisamente più di personaggi molto più illustri! Non che io sia particolarmente orgoglioso di questa "popolarità".

Sul web ho scoperto, per fare un esempio, che sono ateo, anche se vado regolarmente a messa per compiacere il Vaticano.

La cosa divertente e anche stimolante è che conosco molte cose degli autori di queste amenità. Conosco molte cose talvolta anche delle loro mogli, fidanzate e parenti stretti. E questo non per miei morbosi interessi ma perché sono stato spesso reso edotto, anche in maniera molto dettagliata, delle miserie di coloro che richiedevano particolare attenzione ai loro problemi esistenziali, di carriera e di altro ancora. Non vorrei diventare meschino invecchiando, cosa tristissima, ma la tentazione di rispondere con fatti veri, accertabili e molto poco dignitosi a cattiverie del tutto inventate e gratuite è fortissima.

Voglio qui rispondere a una "accusa" che riguarda me ma che è anche di interesse generale, il che mi consente di contare sull'ospitalità del Foglietto.

In molti hanno scritto che nel 1985 avrei previsto un terremoto in Garfagnana, che poi non si verificò. Questo è venuto fuori in relazione al terremoto di L'Aquila, dove invece avrei rassicurato, affermando che non si sarebbe verificato alcun terremoto. Sono false entrambe le affermazioni.

Per quanto riguarda L'Aquila, è stato detto e scritto molto e non voglio tediare ulteriormente i lettori.

Sulla "previsione" in Garfagnana, invece, si sa pochissimo, anche perché in quei giorni ci fu un importante sciopero dei giornalisti della carta stampata.

Voglio qui raccontare la vicenda, almeno per come l'ho vissuta io. Mi sembra anche che attori e testimoni del fatto abbiano dimenticato o rimosso. Ormai sono passati quasi trent'anni ed è normale che i contorni sbiadiscano ma, a mio avviso, l'episodio è tutt'ora degno di interesse.

Nel gennaio del 1985, in Garfagnana ci fu un terremoto non particolarmente violento ma che la gente avvertì molto bene. Nel 1930, se non vado errato, proprio in Garfagnana c'era stato un terremoto di magnitudo notevole (6.5), che aveva provocato vittime e danni considerevoli. Quel sisma era stato preceduto da una scossa più modesta. Si sparse la voce che si stava riproponendo la stessa situazione e che nel giro di pochi giorni si sarebbe verificata una scossa violentissima.

Fui chiamato da Zamberletti, all'epoca Ministro della Protezione Civile, il quale mi chiese se potevo escludere una scossa più forte nel futuro immediato. Non esclusi proprio niente, come e' ovvio: si tenga presente che nel 1985 avevamo una rete sismica costituita da una quarantina di sensori, che registravano, quando funzionavano, solo la componente verticale dello spostamento e che non esisteva un catalogo completo dei terremoti italiani.

Zamberletti mi convocò alla Camera dei Deputati - dove era in votazione la fiducia al Governo, per cui non poteva muoversi - per prendere delle decisioni importanti, mi disse.

Portai con me Calvino Gasparini, ad ogni buon conto. Con un po' di documentazione, andammo a piedi da Via Ruggero Bonghi (una trasversale di Via Merulana) a Montecitorio, perché la Renault 4, la sola automobile di cui disponeva l'Istituto, era rotta e non riuscimmo a trovare un taxi.

Zamberletti, nella sala dei Ministri di Montecitorio, mi chiese di fare l'elenco dei Comuni colpiti dal sisma del 1930, cosa che fece Calvino, con il famoso libro del Baratta, che elenca i terremoti italiani.

Zamberletti ci informò che era sua intenzione dare un allarme, usando la televisione, sulla base del potere di accesso, che consiste nell’autorità del Presidente del Consiglio di informare i cittadini di cose particolarmente gravi. Infatti, vidi arrivare Giuliano Amato, allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che parlottò un po' con Zamberletti, che poi ci disse che il Presidente Craxi era d'accordo.

Precedentemente, lo stesso Zamberletti aveva messo in moto l'esercito, che era andato a montare tende e a preparare la gestione dell'emergenza.

L'allarme fu dato da un “arrabbiatissimo” Mario Pastore del TG2.

La durata dell'allarme era prevista in 48 ore, il che dovrebbe far capire a tutti che non si trattava di una previsione ma di una esercitazione, benché di alto livello. I Sindaci dei Comuni allertati, informati anche per altra via, si comportarono benissimo e non ci fu neanche un ferito fra le decine di migliaia di persone che passarono la notte fuori di casa.

Due Sindaci di altrettanti Comuni, che non erano stati messi nell'elenco, protestarono con Zamberletti che, allargando le braccia, disse, indicandomi, che si era fidato della Comunità Scientifica. Questo successe in Garfagnana, dove eravamo andati dopo che erano trascorse le 48 ore dall'allarme.

Durante questo tempo, io fui mandato in televisione a spiegare in tutti i telegiornali cosa stavamo facendo, per me non fu facile perché non lo sapevo con precisione neanche io. Comunque, questo fece sì che venissi identificato come l'autore della previsione! Assurdo, perché all'epoca facevamo fatica a registrarli i terremoti, figurarsi a prevederli!

Comunque, quando andammo in Garfagnana, la gente fu molto gentile. I Sindaci cominciarono un'importante opera di prevenzione, perché tutti erano sensibilizzati; prima, molti non sapevano neanche di vivere in una zona sismica.

Per me ci fu una conclusione triste. A un certo punto la carovana di macchine della Protezione Civile partì e io fui dimenticato in Garfagnana, cosa che mi mortificò moltissimo! Fui raccolto, quasi in preda alla disperazione, da un gruppo di funzionari del Servizio Sismico dell'Emilia Romagna, che mi accompagnarono fino a Bologna.

Ebbene, su Wikipedia c'è scritta una storia tutta diversa su questo e su tanto altro che mi riguarda e che non corrisponde al vero.

Se vogliono scrivere la mia biografia, cosa di cui onestamente non vedo la necessità, perché non chiedono informazioni anche a me?

Comunque, continuo a viaggiare su internet e vado a letto molto tardi.

Sono particolarmente contento di aver scritto qualcosa con l'incipit della Recherche! Per me, il più bell'incipit della letteratura, dopo quello di Moby Dick.

Purtroppo, non troverò mai qualcosa da scrivere cominciando con lo stupendo incipit di Herman Melville.

Posso solo usarlo come finale: "Chiamatemi Ismaele."

*Geofisico

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