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Martedì, 23 Apr 2024

di Enzo Boschi*

Vengono fatte continuamente previsioni di terremoti. Son sempre più o meno le stesse persone a farle. Son sempre gli stessi mezzi di informazione, minori, che ne parlano. 

Dopo la previsione c'è sempre la smentita: i "previsori" non sono stati capiti. Affermano con sussiego che non si trattava di previsione deterministica bensì statistica.

Non voglio qui abbandonarmi a elucubrazioni epistemologiche ma penso che qualunque previsione in qualunque settore è e sarà sempre statistica.

Chi non ci crede potrebbe leggersi un buon testo di Meccanica Statistica, disciplina affascinante che una volta si studiava al terzo anno di Fisica.

La smentita, quindi,  appare ridicola se non patetica: la colpa sarebbe paradossalmente di chi prende sul serio i "previsori". Addirittura vergognosa e indice di grandissima ignoranza.

Proviamo a metterci nella mente di questi "previsori".

Nessuno chiede loro di far previsioni, eppure sentono inarrestabile e insopprimibile il desiderio di prevedere. E' più forte di loro. E allora quasi sempre dicono che un forte terremoto sta per colpire il Sud d'Italia. Non viene espresso in maniera esplicita ma si lascia anche intendere che potrebbe avvenire nel giro di breve tempo. Sperano, forse con tutto il cuore, che il forte terremoto si verifichi con molte vittime, per poter affermare che l'avevano detto e così assurgere finalmente a grandi scienziati e, in prospettiva, a benefattori dell'Umanità.

Se poi, come fortunatamente è accaduto finora, non succede niente, possono sempre assumere l'atteggiamento offeso degli esperti incompresi: era del tutto evidente, solo a loro in realtà,  che si trattava di una previsione statistica!

Come se le previsioni statistiche fossero un'altra cosa  o sciocchezze a priori .

In realtà fanno affermazioni qualitative prive di una qualunque base scientifica. Il che porta a chiedersi perché le fanno, anche da un punto di vista psichico.

Non è specificata la zona che verrà colpita, anzi la previsione viene fatta  in maniera tanto vaga che, se venisse presa sul serio, bisognerebbe spostare una decina di milioni di persone, o forse più, per un intervallo di tempo sempre indeterminato.

Sopratutto non è mai indicato il livello di confidenza con cui la previsione va considerata, il che fa capire che non si tratta di un'affermazione scientifica.

Coloro che ci somministrano queste previsioni sono formalmente (solo formalmente, sia chiaro) competenti, nel senso che ricoprono posizioni di tutto prestigio in seno a Università o a Enti di Ricerca.

Le loro manie previsionistiche sono stimolate da due fattori : uno, che riguarda tutto il "gruppo", è il desiderio di apparire e di sentirsi importanti; l'altro, che riguarda una minoranza di questi individui, nasce dalla brama di vendere consulenze e strumenti di basso livello tecnologico ma abbastanza costosi da portare ad arricchimenti personali.

Insomma, ti faccio paura, povero cittadino ignorante, ma ti do la possibilità di salvarti se acquisterai lo strumento "giusto". L' antichissima tecnica degli imbonitori che, purtroppo,  sempre trova "vittime", come succede per il gioco delle "tre carte".

Oppure un'aurea regola del mercato: prima creare il bisogno e poi soddisfarlo.

Adesso proviamo a metterci dalla parte dei cittadini che vivono nella zona indicata da questi "previsori" come sede del cataclisma prossimo e venturo. Per la precisione autoindicata, se così si può dire, perché il "previsore" non è mai, volutamente, preciso. Ma se io vivo in prossimità dello Stretto di Messina, tanto per fare l'esempio di un siciliano che mi ha contattato, e sento parlare di un terremoto possibile a breve nel Sud d'Italia, ho tutto il diritto di  preoccuparmi perché del terribile terremoto del 1908 ho sentito parlare.

Per me, cittadino inerme di fronte a tanta scienza, una previsione è una previsione e il termine "determinismo" in fondo non ha un significato molto preciso. Non mi fornisce un'informazione utile per prendere una decisione saggia per me e per la mia famiglia.

In questo contesto, è da ricordare la  reazione molto colorita di un Sindaco della Bassa Emiliana quando il 5 giugno del 2012 Mario Monti, allora Presidente del Consiglio, previde un terremoto distruttivo a Ferrara, cioè in quella zona che passerà alla Storia come il "terzo segmento". Fu quella una previsione  statistica o deterministica? In altre parole, se il vertice del potere esecutivo di uno dei Paesi  più sviluppati dice ai cittadini digiuni di cose sismologiche che sta per arrivare un terremoto, è del tutto indifferente se è statistico o deterministico. Si vorrebbe solo sapere che cosa si deve fare.

Forse la soluzione è proprio l'affermazione, anzi l'invito forte e chiaro proferito dal Sindaco citato poco fa. Invito che non si può  qui riportare:  Il Foglietto aborrisce la volgarità benché ami lo scontro, anche durissimo, delle idee. Tuttavia, talvolta la volgarità può assurgere a chiarezza abbagliante!

Ancora non è dato sapere come Monti si decise a prevedere terremoti: fece tutto da solo, magari con speciali e sofisticati algoritmi della Bocconi usati per prevedere disastri economici, o fu in qualche modo reso edotto da "esperti sismologi" di sua fiducia? Lo sapremo un giorno?

Ma torniamo alle previsioni dei nostri eroi.

Le loro affermazioni si diffondono in maniera virale, attraverso i cosiddetti "social network". Cittadini, Sindaci e addirittura Prefetti poi mi chiedono un'opinione. Io, da privato cittadino, rispondo con "pillole di saggezza", che però non possono soddisfare chi vive, magari con due figli piccoli e due genitori anziani, in una casa di cui non si conosce la capacità di resistenza ad un'eventuale sollecitazione sismica.

Li invito, per prima cosa a rivolgersi al Sindaco. E' successo però che poi lo stesso Sindaco mi cerca per avere qualche consiglio. Ovviamente tiro subito in ballo la Mappa di Pericolosità Sismica, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Il Sindaco mi fa presente che apprezza molto la Mappa, ma che nell'immediato non sa che farsene. Il suo Comune è sede di una lunga sequenza sismica da mesi. E' consapevole del fatto che certi suoi edifici pubblici potrebbero non resistere ad una scossa un po' più forte ma non ha i fondi necessari per metterli in sicurezza. Il ragionamento del Sindaco è semplice e condivisibile.

Mettiamoci nei panni del Sindaco: se esiste una Mappa che, all'interno di una legge, dice che il suo Comune è ad alta pericolosità e che, per la qualità degli edifici, i suoi  amministrati corrono rischi notevoli, deve essere messo in grado di porre questi edifici in sicurezza, al più presto possibile. Addirittura esistono articoli della nostra bella Costituzione che danno ragione a questo ragionamento.

Il tutto viene aggravato da persone formalmente qualificate dipendenti dallo Stato, che fanno previsioni disastrose, un giorno sì e l’altro pure. In qualche modo qualcuno dovrà indicare come uscire da questa situazione che, con poca fantasia, può essere definita kafkiana.

Il Comune non dispone dei fondi necessari per la prevenzione: se lo Stato centrale informa il Sindaco del rischio che corrono i suoi concittadini, deve anche metterlo in grado di mitigare drasticamente questo rischio. Delle disquisizioni metodologiche sulla statistica e sul determinismo il Sindaco non sa che farsene. Effettivamente Monti annunciò un terremoto nel Ferrarese ma poi non fece niente: non evacuò ospedali, non chiuse scuole, non invitò la gente ad andarsene ... Forse neanche lui sapeva bene che cosa significa prevedere un terremoto oppure non credeva neanche lui alle sue previsioni.

In fondo, gli anni recenti hanno dimostrato che gli economisti non sono in grado di prevedere le catastrofi che loro stessi in ultima analisi provocano; figurarsi se prevedono un terremoto la cui sorgente è all'interno della Terra, inaccessibile all'osservazione diretta.

Insomma, la Mappa si sta rivelando un'arma a doppio taglio: i Sindaci devono tener conto del rischio del loro territorio, ma per tenerne conto non hanno i soldi. Inoltre, anche gli edifici peggiori pubblici o privati sono stati autorizzati, collaudati, verificati da funzionari del Comune. Tasse e condoni sono stati pagati negli anni ... Ne consegue che è lo Stato a dover risolvere il problema. Ma neanche lo Stato ha i soldi necessari. E allora?

Quando l'Italia è entrata in Europa, l'Europa è diventata sismica e quindi deve accettare l'idea che una parte considerevole del suo territorio e quindi di europei (60 milioni di italiani più 15 milioni di greci ) vogliono vivere in sicurezza. Pertanto, Italia e Grecia devono essere autorizzate a utilizzare ogni mezzo finanziario per mettersi in sicurezza.

Un diffuso rilancio dell'edilizia, è bene ricordarlo, attraverso tante piccole opere, porterà una decisa ripresa dell'economia e una riduzione della disoccupazione.

Sarebbe bene, quindi, che persone responsabili si occupassero di questo invece di cercare, anche a età molto avanzate, di far vedere che sono i più bravi della classe. Se non ci sono riusciti nel pieno delle loro "capacità giovanili", figurarsi se ci riescono adesso.

Più o meno queste stesse persone hanno cercato di dimostrare che la Mappa di Pericolosità Sismica, che "prevede" tutti i possibili terremoti futuri, è da rivedere. Addirittura hanno affermato che i terremoti emiliani del 2012 dimostrano che la Mappa sottovaluta la pericolosità.

Non è  assolutamente vero, come abbiamo dimostrato su basi rigorose e pubblicato su una rivista scientifica molto prestigiosa.

Simili affermazioni dimostrano che gente ufficialmente competente non ha assolutamente capito il significato e lo scopo della Mappa. Analisi attente dimostrano che la stessa Mappa in realtà sopravvaluta la pericolosità emiliana!

In questi giorni si assiste, da Belluno a Siracusa passando per Roma e Volterra, al crollo ambientale del nostro Paese.

Ormai parlare di prevenzione appare puramente retorico.

*Geofisico

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