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Giovedì, 28 Mar 2024

Notizia freschissima! I Comitati "Ambiente e Salute", "Terrambiente Sottosuolo", "Ferrara Sottosuolo", "Riprendiamoci il Pianeta" e i "No-Triv" hanno presentato un esposto presso le Procure della Repubblica di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio, Rovigo e Bologna "per chiedere di fare chiarezza su ciò che è avvenuto realmente sul nostro territorio".

 

Si riferiscono a quanto è successo nella Bassa Emiliana a partire dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012. Difficile  negare che di cose strane e incomprensibili se ne siano verificate non poche.

Non c'è alcun dubbio che noi cittadini dobbiamo essere compiutamente, tempestivamente e dettagliatamente informati su quanto avviene e si intende fare nel territorio dove viviamo.
E che è nostro diritto esprimere le nostre valutazioni.

Aiutare i cittadini in questo senso dovrebbe essere un ruolo fondamentale delle istituzioni scientifiche, ma queste talora sembrano dimenticarlo, sicché accade che mentre plaudono alla comunicazione finiscano poi per restare stranamente taciturne.

Tutto comincia con un articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Science, l'11 aprile 2014, in cui si racconta di una Commissione internazionale chiamata con l'acronimo ICHESE istituita dalla Regione per stabilire "le cause dei terremoti" emiliani. Su questa Commissione e sulla sua scarsa dimestichezza con la moderna ricerca scientifica si è già scritto molto sul Foglietto [1, 2, 3, 4, 5].

Qui vorrei ricordare solo i "misteri" di tutta questa vicenda anche per aiutare, molto modestamente, le Procure chiamate a occuparsi di problemi che dovrebbero essere risolti serenamente e professionalmente in seno alla Comunità scientifica e da coloro che ci amministrano.

Perché e come mai solo un giornalista inglese, per quanto bravo, sia stato in grado di leggere un rapporto che può  avere serie conseguenze per la vita di una Regione e per le attività industriali di un intero Paese? Perché tutti gli altri organi di informazione nazionale sono stati tenuti all'oscuro? Certamente il giornalista non rivelerà mai le sue fonti ma, ci si chiede, chi era a conoscenza del rapporto e quindi in grado di fornirglielo?

Perché il rapporto, consegnato in febbraio alla Regione, viene tenuto riservato per un paio di mesi e viene mostrato, forse malvolentieri, solo dopo l'uscita di Science?

Chi ha determinato la composizione della Commissione, di cui fa parte anche un funzionario del Ministero delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico (MISE)? In altre parole, su quali basi sono stati scelti i membri della ICHESE? E come se ne possono verificare le competenze necessarie per affrontare un problema tecnicamente tutt'altro che banale?

Chi ha formulato i due quesiti posti alla ICHESE?

Perché fra le possibili cause delle scosse viene messo il progetto di un deposito a Rivara?

Da quando in qua un progetto, cioè idee rappresentate su fogli di carta, può generare terremoti?

Perché, quando è stato finalmente reso pubblico il rapporto ICHESE, un membro autorevole del Governo Regionale si è vantato, non senza enfasi, di aver impedito la creazione del deposito a Rivara?

Se la creazione del deposito è stata impedita, perché ipotizzare che un deposito (che non c'è) possa aver determinato due scosse di magnitudo 6?

Siccome è ragionevole pensare che i nostri amministratori siano dotati di logica, che cosa si è cercato inutilmente e confusamente di dire o di nascondere?

Perché il rapporto ICHESE dichiara che il potenziamento dello sfruttamento dell'energia geotermica nel ferrarese non può essere causa delle scosse anche se nessuno aveva posto il problema? Con questa dichiarazione si cerca forse di "mettere le mani avanti" per favorire qualcuno?

Come e perché consulenti provinciali impediscono la creazione di un sistema di monitoraggio attorno a Rivara per caratterizzare la zona prima di prendere decisioni sul deposito, sostenendone l'inutilità per capire la tettonica dell'area? Uno di essi è anche membro della Commissione Grandi Rischi che il 5 giugno, tramite il Presidente del Consiglio Mario Monti, lancerà un allarme tanto tardivo quanto inutile.

Perché il MISE prima ha scelto con tanto di decreto Rivara come possibile deposito, incoraggiandone lo sviluppo e in particolare (assieme al Ministero dell'Ambiente) il sistema di monitoraggio e poi un suo funzionario, membro di ICHESE, sembra dimenticarsene?

Come spiegano i consulenti provinciali, che adesso ICHESE sostiene con forza. la necessità di un sistema di monitoraggio (sei anni dopo, con sei anni di dati persi)?

I consulenti provinciali erano contrari a quello (ottimo) proposto, forse soltanto perché ne erano stati esclusi? È forse questa la ragione per la quale scrivono a Senatori della Repubblica lettere denigratorie nei confronti di chi aveva proposto il monitoraggio quattro anni prima degli eventi? Cercano di far dimenticare questa gravissima e dannosa interferenza?

Perché il rapporto ICHESE, scritto in un brutto inglese, è sostanzialmente incomprensibile sul piano scientifico anche agli addetti ai lavori?

Perché il rapporto ICHESE non è stato redatto in italiano e in maniera che un qualsiasi cittadino di media cultura e buona volontà potesse leggerlo e farsi un'idea?

Forse si è preso esempio da fra' Cristoforo del Manzoni che, per troncare rapidamente una discussione con un suo interlocutore che non conosce il latino, ricorre alla famosa locuzione "omnia munda mundis"?

Perché la Regione non ha recepito le indicazioni della Mappa di Pericolosità Sismica, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale a partire dal 2003, che avrebbe consentito una più seria coscienza del rischio sismico nella Bassa Emiliana e, per esempio, una più rigorosa costruzione dei capannoni?

Perché e chi ha fatto girare la voce assurda, poi rientrata, che la nuova Mappa di Pericolosità Sismica sottovaluta la sismicità emiliana?

Come si è arrivati a sostenere che si faceva il fracking di nascosto, malgrado l'estrema e appariscente tecnologia necessaria? Perché la Regione non ha smentito, sapendo che da noi le rocce non hanno le caratteristiche chimiche necessarie? Forse perché mal consigliati da qualcuno, chiaramente non all'altezza? E’ forse per la stessa ragione che un gruppo di deputati emiliani ha presentato una inadeguata proposta di legge contro il fracking?

Come è possibile credere che le estrazioni petrolifere al Cavone provochino un terremoto a 20 km di distanza e, invece, una settimana dopo, un terremoto vicinissimo proprio al Cavone, più o meno della stessa entità? Non dovrebbe essere il contrario? Non basta questo a stabilire che le estrazioni al Cavone non hanno provocato i terremoti?

Come si stabilisce scientificamente che una faglia è in procinto di generare un sisma, come pretenderebbero di sapere i membri dell’ICHESE? Essi sarebbero, conseguentemente, anche capaci di prevedere i terremoti?

Accettando ipoteticamente l'idea che l'estrazione petrolifera influisca sui terremoti, come si fa a stabilire che li anticipa e non li ritarda?

Perché il coordinatore del settore sismico della Grandi Rischi ha partecipato ai lavori della ICHESE? E perché ha fatto un sopralluogo al Cavone, indicandolo forse come possibile responsabile delle scosse? Se ha tanta conoscenza della zona, perché non ha dato nessun tipo di indicazione dopo la scossa del 20 maggio? Perché immediatamente dopo quella scossa non si riunì la Grandi Rischi? Perché si riunì solo il 5 giugno, a sequenza sismica sostanzialmente conclusa, lanciando un allarme patetico, tardivo e un po' ridicolo? Perché non si vuol rispondere a questa specifica domanda che Il Foglietto fa ormai da mesi?

Se si è sbagliato, semplicemente lo si ammetta.

Perché non è possibile accedere ai verbali degli incontri ufficiali fra ICHESE e le istituzioni scientifiche che sono state ascoltate, come si evince da un comunicato stampa del MISE molto pubblicizzato? Che cosa contengono quei verbali?

Da mesi si discute di questo rapporto ICHESE, che dice cose incomprensibili in risposta a domande prive di senso: si sa che a Rivara non c'è alcuna attività, ma ci si chiede se il niente possa generare un terremoto. Poi si tira fuori dal cilindro il Cavone che, contrariamente al banale buonsenso, dovrebbe aver generato prima un terremoto lontano e poi uno vicino.

Forse si vuol sviare l'attenzione dal fatto che non sono state recepite le nuove indicazioni in materia di sicurezza sismica, che è un tipico compito della Regione? O si vuole forse far dimenticare il mancato allarme dopo la prima scossa? Siamo d'accordo che se un allarme si è dato quindici giorni dopo la prima scossa, si poteva dare molto più ragionevolmente e utilmente lo stesso giorno in cui si è verificata? Le due cose, allarme tardivo e ICHESE, sono intimamente legate?

Visto che i personaggi in gioco sono sempre più o meno gli stessi, si può pensare che ci troviamo di fronte ad un brutto esempio di "sinergia"?

Se qualcuno pensa di essere furbo, fa un grave errore. I cittadini sono molto più attenti e smaliziati di quanto si possa immaginare.

*Geofisico

P.S.: si ricordi sempre che, se gli edifici fossero stati ben costruiti, nel 2012 ci sarebbe stata solo una gran paura, che oggi sarebbe dimenticata. Invece, noi cittadini non sappiamo a chi dare retta e la confusione sta aumentando.
Sull'ultimo numero del settimanale L'Espresso, si può leggere un breve articolo da cui si evince che coloro che devono stabilire i criteri per la scelta del sito ove immagazzinare i rifiuti radioattivi hanno fatto sì che solo la Sardegna abbia le caratteristiche giuste. Amici sardi, occhio! L'enorme quantità di denaro per fare e disfare le centrali nucleari è stata spesa tutta nel continente. Voi rischiate di avere solo i rifiuti!
Se ci sono ”furbetti” e quale ruolo hanno giocato, anche questa è una delicata questione che vale la pena approfondire. Ne riparleremo presto.

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