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Mercoledì, 03 Lug 2024

Da un comunicato stampa apparso il 23 ottobre scorso sul portale della Regione Emilia Romagna, vengo a conoscenza di un intervento di Palma Costi, assessore regionale con delega alla ricostruzione delle aree dell’Emilia, colpite dal terremoto il 20 maggio del 2012.

Palma Costi, scrive in particolare, che, dopo il sisma, fu costituita una Commissione (Ichese) per verificare eventuali connessioni tra estrazioni ed eventi sismici. Il monitoraggio effettuato ha dimostrato che non c’è nessun rapporto di causa-effetto tra le attività estrattive svolte e il terremoto 2012; che la Commissione ha escluso qualsiasi correlazione tra terremoto e attività estrattive e che la sfida vera è la prevenzione, è costruire edifici con criteri antisismici. Perché le nostre zone sono sismiche. Infine - scrive sempre Palma Costi - per la questione delle acque calde nel pozzo di Medolla (dove il 20 ottobre si è verificato un sisma ben avvertito dalla popolazione, ndr), ad oggi nella pianura emiliano-romagnola non sono documentate relazioni con la sismicità.

Questa, a mio avviso, la sintesi dell’intervento dell’assessore, ma per chi volesse leggerlo in versione integrale è sufficiente prendere visione del predetto comunicato stampa.

Siamo, dunque, al paradosso! Al teatro dell'assurdo! Si dimentica che fu proprio la Commissione  Ichese a suggerire che estrazioni petrolifere potevano generare terremoti, tanto che il rapporto che era stato preparato allo scopo fu secretato finché non fu scoperto da un giornalista inglese e raccontato sulla prestigiosa rivista Science.

Non è vero che un monitoraggio ha dimostrato che non esiste rapporto causa-effetto tra le attività svolte al Cavone e i terremoti 2012: si è trattato solo di misure durate un tempo geologicamente trascurabile, in una zona ormai sismologicamente scarica, per scopi puramente mediatici, come abbiamo già spiegato qui sul Foglietto.

Non esiste alcun documento ufficiale o prova scientifica che escluda tale correlazione: penso che, con tutto il rispetto, non possano essere considerati accettabili risultati ottenuti da consulenti pagati dall'ENI.

Inoltre, per una questione di banale buonsenso, se si considerasse veramente esclusa tale correlazione, non si capisce perché è stata formalizzata dal Ministero dello sviluppo economico (Mise), in collaborazione con la Protezione Civile e vari enti scientifici, una procedura per verificare che le estrazioni su tutto il territorio nazionale non scatenino forti scosse.

Se il pericolo, anzi la correlazione, sono esclusi perché preoccuparsi tanto?

Sia chiaro che solo immaginare che estrazioni petrolifere facciano scatenare terremoti di magnitudo 6 è completamente privo di senso! Lo abbiamo sostenuto dal primo momento che questa storia grottesca è nata. A questo punto sarebbe doveroso spiegare perché l'argomento viene tutt'ora tenuto malamente in piedi.

Qualcosa da nascondere?

Consulenti impresentabili (visto che è difficile credere che amministratori politici abbiano tanta "fantasia")?

Interessante anche l'affermazione che non c'è relazione fra le "acque calde" e la sismicità della pianura emiliano-romagnola. Spero che ci sia consentito sapere come si è giunti a questo interessante risultato. E, anche in questo caso, a quali consulenti si siano rivolti gli amministratori regionali per giungere a risultati di "tanto interesse": conoscenze così innovative, vanno condivise!

Ma quello che ci ha lasciato senza fiato è l'entusiastico impegno mostrato verso la prevenzione sismica. Vorrei allora capire come si spiega il Convegno dell'11 maggio 2011, un anno prima delle due forti scosse del 2012, svoltosi a Modena per "semplificare la normativa sismica", di cui qui si può vedere il programma con due assessori regionali.

Per far meglio capire il senso del Convegno, è utile leggere le dichiarazioni esplicite di uno dei due assessori, fatte in concomitanza all'evento. Questo, come detto, avvenne nel 2011!

Nel 2012, dopo i terremoti, l'altro assessore presenziò ad un convegno che aveva lo scopo di modificare la mappa di pericolosità sismica dell'Emilia Romagna ... ma lascio perdere perché ... c'è un limite a tutto!

Insomma, quest'ultimo comunicato della Regione Emilia Romagna rende sempre più ragionevole pensare che Ichese doveva servire a distogliere gli occhi da gravissime responsabilità tecniche e da colpevoli omissioni, come abbiamo sostenuto tante volte sul Foglietto. 

Mi domando: perché continuare su queste strade irte di contraddizioni e foriere di figuracce?

Perché, per il grande rispetto che la storia dell'Emilia Romagna merita, non si fa chiarezza su questa vicenda ormai divenuta grottesca? 

Perché non si indicano i cosiddetti "esperti" che hanno portato rispettabili amministratori a sostenere l'insostenibile?

Ci penserà la Magistratura a fare chiarezza?

Post Scriptum

Su un altro fronte di nostro interesse si è verificato un fatto degno di nota. Ieri l'AD della SOGIN Spa si è dimesso con una lettera durissima nei confronti del Presidente della Società. I gravi ritardi, ormai più di sei mesi, nella presentazione della Mappa dei siti adatti al Deposito delle scorie nucleari e altre incongruenze troveranno forse una spiegazione nei prossimi giorni.

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