Redazione
La sconcertante vicenda degli oltre 250 mila desaparecidos dell’urbe alla conta censuaria del 2001, continua a tenere banco.
Il clamoroso buco venne evidenziato da Usi/RdB e dal Foglietto nell’agosto del 2005, all’indomani della diffusione dei dati definitivi da parte dell’ente statistico, ed ebbe grande risalto sui media.
I magistrati del dato di via Balbo reagirono in maniera veemente, parlando di “spopolamento delle metropoli” (sic!) e ottenendo smentite dagli organi di informazione, cosa che Usi/RdB e Il Foglietto non fecero.
Di lì a poco, mestamente e col favore delle tenebre, Istat e Comune di Roma fecero un primo aggiustamento, “riesumando” circa 145 mila residenti non censiti, cosa che portò alcune centinaia di milioni di euro nelle esangui casse della Regione Lazio, in termini di maggiori contributi dal Sistema sanitario nazionale.
Nei giorni scorsi, sfogliando la Relazione previsionale 2011-2013 del Comune di Roma, a pag. 70 abbiamo letto che: “Al 31 dicembre 2009, nel bilancio demografico condotto dall’Istat, si evidenzia ancora un discreto scostamento dalla base dati anagrafica comunale (2.743.796 residenti contro i 2.864.519 risultanti nella anagrafe comunale, pari a ben 120.723 cittadini in più)”.
Che sommati ai 145mila già recuperati, certificano definitivamente la serietà dello studio di Usi/RdB.