di Ivan Duca
Si è svolta questa mattina a Mangone (Cosenza) una affollata assemblea, indetta da Usi/RdB, del personale dell’Istituto di scienze neurologiche (Isn) del Cnr, contro la chiusura dell’importante struttura scientifico-sanitaria, destinata a essere trasferita a Germaneto di Catanzaro per volere della giunta regionale calabra, in accordo con lo stesso Cnr.
Alla manifestazione, che ha avuto una vasta eco sulla stampa e sulle televisioni (Tele Europa Network, Savutoweb) locali, hanno partecipato esponenti di rilievo della politica regionale, provinciale e comunale.
A sostenere con forza la necessità di mantenere a Mangone l’Istituto di ricerca sono stati il presidente della provincia di Cosenza, Mario Oliverio, i consiglieri regionali dell’Italia dei Valori, Talarico, Giordano e De Masi, quello del Pdl, Salvatore Magarò, l’assessore provinciale del Sel, Giudiceandrea, e un nutrito gruppo di sindaci, tra i quali Pirillo (Mangone), Basile (Belsito), Orrico (Santo Stefano di Rogliano) e Gallo (Rogliano). Per il Pd, l’adesione è stata portata da della federazione provinciale.
Adriana Spera, Ivan Duca e Rocco Tritto, della segreteria nazionale di Usi/RdB, hanno ricostruito i contorni della vicenda, alla quale Il Foglietto, settimanale d’informazione del sindacato, nell’ultimo anno ha dedicato numerosi articoli, e che nei giorni scorsi è finita all’attenzione della Commissione Europea, a seguito di una interrogazione presentata dall’europarlamentare Niccolò Rinaldi (Idv).
Nutrita la presenza di ricercatori; numerosi gli interventi che, riconoscendo l’alto valore sociale dell’iniziativa, hanno fatto segnare un importante punto di convergenza tra le diverse forze politiche, per l’occasione coese in difesa di un centro di eccellenza che annualmente eroga oltre 8000 prestazioni diagnostiche altamente specialistiche a favore di pazienti affetti da malattie quali sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, Alzheimer, nonché malattie cerebrovascolari e neuropatie periferiche su base genetica.
L’impegno dei rappresentanti politici è stato concreto e unanime, finalizzato a bloccare un’operazione, che va innanzitutto contro gli interessi di una intera provincia, privilegiando l’utilizzo di risorse europee per realizzare l’ennesima colata di cemento, di cui la Calabria non ha certamente bisogno, anziché per potenziare l’attività di ricerca attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro, la messa in rete di conoscenze e l’acquisizione di tecnologie d’avanguardia.