di Flava Scotti
Un dirigente di ricerca, tale dal 2001, può partecipare, dopo otto anni, a un concorso, sempre per dirigente di ricerca, all’interno dell’ente di appartenenza, per di più collocandosi utilmente in graduatoria e venendo nominato vincitore?
Sembrava proprio di sì, visto che era accaduto di recente al Cnr, in un concorso ex articolo 15, la cui regolarità era stata accertata dall’Ufficio concorsi il 2 dicembre scorso.
Il provvedimento è rimasto in vigore per un mese e mezzo, fino a quando, il 18 gennaio, un candidato ha effettuato l’accesso agli atti, chiedendo tra l’altro la documentazione del vincitore, che dirigente di ricerca lo era già da tempo.
Come d’incanto, il giorno successivo - quando si dice la combinazione - l’Ufficio concorsi dell’ente di piazzale Aldo Moro si è affrettato a emanare un provvedimento di annullamento della graduatoria nella parte in cui dichiarava vincitore proprio il dirigente di ricerca che, però, già lo era da molti anni.
Eppure, dalla lettura di tale ultimo documento emerge che l’anomalia era stata segnalata allo stesso Ufficio concorsi fin dal 3 gennaio 2012 dal dirigente dell’Ufficio stato giuridico e trattamento economico del personale del Cnr.
Al di là del lungo e ingiustificato lasso di tempo impiegato per espungere dalla graduatoria l’intruso, sono in tanti a chiedersi come sia stata possibile una cosa del genere. Come abbia potuto l’Ufficio concorsi prima e la commissione dopo, non accorgersi che il candidato in questione non rivestiva alla data fissata dal bando (1° gennaio 2007) il profilo professionale di primo ricercatore, bensì quello di dirigente di ricerca.
Una svista davvero macroscopica, che ha permesso di dar vita a una situazione nietzescheana, degna dell’Ecce Homo del filosofo tedesco.