di Biancamaria Gentili
Prosegue, inarrestabile, il processo avviato dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, per rendere sempre più trasparenti le scelte dell'ente.
L'ultima conferma viene dall'espletamento dell'avviso pubblico per l'individuazione di una persona idonea a ricoprire l'incarico di direttore generale.
Non solo l'ente di via Balbo, ancora una volta, ha avvertito sulla informalità e non vincolatività (sic!) della procedura indetta a dicembre 2011, ma ha mantenuto il massimo riserbo sull'andamento della stessa, senza neppure comunicare la composizione della commissione valutatrice del curriculum dei candidati.
Addirittura, nemmeno la mail con la quale, ringraziando decoubertinianamente i candidati per aver partecipato e comunicando che la procedura era "giunta a compimento", ha chiarito l'esito della stessa.
Si è dovuto attendere uno striminzito resoconto del cda dell'Istat per apprendere che la call per la scelta del nuovo direttore dell'ente "aveva avuto esito negativo".
Come si vede, l'Istat è una casa di vetro, soltanto che i vetri sono fumè. Proprio come quelli delle macchine blu, che quotidianamente sfrecciano per le vie della capitale, con a bordo personaggi forse autorevoli, ma dei quali al curioso passante non è dato scorgere il volto. Del resto, si sa che non tutte le curiosità possono essere soddisfatte.
Passato qualche giorno, e disposta una nuova proroga per il direttore generale reggente, come Minerva dalla testa di Giove, il 21 febbraio è apparso un nuovo avviso pubblico per il conferimento del medesimo incarico di direttore generale dell'Istat.
Questa volta con scadenza ristrettissima: 5 marzo 2012. Chi era certo che il secondo avviso contenesse novità rispetto al precedente è rimasto deluso, essendo copia conforme del primo. Per la verità, i più attenti hanno rilevato, però, che oltre alle date di emanazione e di scadenza, anche carattere e dimensione della stampa dell’avviso erano mutati. Ma nulla più.
Imperscrutabili le ragioni della rapida duplicazione, che smentisce clamorosamente un antico adagio filosofico in base al quale “quando il cavallo non riesce a saltare l’ostacolo - come sembra sia accaduto nell’occasione - delle due l’una: o si allena di più il cavallo oppure si abbassa l’ostacolo”. Entrambe le scelte non sembra siano state operate dall’Istat.
Ma trovare un direttore generale in servizio permanente effettivo, per Giovannini non è mai stata una priorità, visto che l’ex dg Giovanni Fontanarosa, prima dell’incoronazione, è stato in regime di prorogatio per ben diciotto mesi.