di Antonio Del Gatto
“E’ stato deciso di avviare le procedure per l’uscita del Cnr dalla società Rete Ventures - Ricerca e Trasferimento Tecnologico s.c.r.l con sede in Roma”.
Questa la comunicazione al personale contenuta nello striminzito resocondo della riunione del consiglio di amministrazione del Cnr del 22 febbraio scorso.
Potrebbe sembrare una decisione di ordinaria amministrazione. Ma così non è, visto che Usi-Ricerca e Il Foglietto hanno dedicato molte delle loro energie alla società che il Cnr “ereditò” dall’ex Istituto di Fisica della Materia, incorporato ex lege dall’ente di piazzale Aldo Moro nel 2005.
Ma ad occuparsi di Rete Ventures, posseduta al 90% dal Cnr, sono stati anche l’Ispettorato Generale di Finanza del Ministero dell’Economia e la Corte dei Conti.
Nella ormai famosa Relazione degli ispettori ministeriali leggesi, infatti, a pagina 84, che la società avente come oggetto “la valorizzazione della proprietà intellettuale in tutte le sue forme, inclusa la proprietà industriale e la realizzazione di operazioni tecnologiche, creazione di impresa e valorizzazione delle competenze scientifiche e tecnologiche”, ha subito ripetute perdite: nel 2006, per 12.067 euro; nel 2007, per 256.193 e nel 2009 per ulteriori 137.893, in gran parte ripianate dallo stesso Cnr con un finanziamento straordinario di 400 mila euro.
La decisione, pur se tardiva, assunta dal cda dell’ente non può che essere accolta con favore.